“L’unica riforma è quella di smetterla di fare calcio in debito per poi attingere ad artifizi finanziari per rimettere in equilibrio i bilanci”
Il presidente Carmelo Salerno torna sulla vicenda della mancata riammissione in serie B. “Non abbiamo fatto nessun ricorso”.
Cosa allora?
“Abbiamo chiesto un accesso agli atti su alcune società”.
Perché?
“La Reggiana è una società trasparente e per riappianare i debiti ha fatto un aumento di capitale davanti a un notaio. Tutte le società devono rispettano le regole”.
Invece?
“Abbiamo partecipato a due campionati diversi, noi trasparenti, gli altri con delle plusvalenze fantasiose. Tutto lecito sia chiaro ma un modo diverso di gestire la società”.
Si parla di riforma dei campionati.
“L’unica riforma seria è quella di non permettere alle squadre di fare calcio in debito”.
E’ ciò che la Reggiana sta facendo?
“Come ho sempre detto la società appartiene alla città e ai tifosi. Noi siamo dei gestori temporanei. Dobbiamo cercare di far quadrare i conti. Fare in modo che la società sia sostenibile. Se la Reggiana fallisce crea un danno non solo all’azienda ma soprattutto alla città e ai tifosi. Se noi ce ne andiamo la Reggiana rimane alla città. Per questo sostengo che il calcio non si fa in debito. Ed è l’unica riforma da fare. Coprire i debili con artifizi finanziari o con la “fantasia” non va bene. L’ho detto a chi di dovere e continueremo a dirlo, perché noi abbiamo sempre i conti in ordine. Non seguiremo quella linea artificiosa, proprio perché la società è patrimonio della città. Non fallisce la società ma si crea un danno alla città. Il giorno che vado via vorrei lasciare la Reggiana senza debiti”.
E’ dura ripartire?
“Dobbiamo cancellare quello che è successo lo scorso anno. Io sono stato il primo che non ha accettato il gol subito a Vicenza ma dobbiamo pensare solo al campo. Far tornare l’entusiasmo attorno alla Reggiana”.
Avete deciso di non fare gli abbonamenti, perché?
“Perchè non ci è consentito. Abbiamo lottato per aprire gli stadi, perché non è calcio senza tifosi e adesso che sono aperti al 50% per noi vuol dire avere la possibilità di ospitare 10mila tifosi allo stadio”.
Qual è il suo appello?
“I giocatori hanno bisogno di sentire di nuovo la presenza dei tifosi, come a Piacenza che hanno cantato e incitato la squadra per tutti i novanta minuti. Li ho visti anche in ritiro. Dobbiamo tornare alla normalità”.
Niente abbonamenti ma prezzi unici?
“Abbiamo deciso un prezzo unico per la curva a 10 euro e 15 euro per i Distinti. Credo che siano prezzi promozionali perché per andare a vedere il Lentigione in serie D si paga 12 euro”.
Cosa si aspetta lunedi contro il Montevarchi?
“Riempire lo stadio è un attestato di stima verso la società. In un anno di pandemia la Reggiana ha pensato di costruire un centro sportivo. Credo che non sia cosa di poco conto. La loro presenza lunedi’ sera significa anche questo: un pizzico di dimostrazione di apprezzamento per gli sforzi fatti da questa società e di gratitudine”.
I tifosi sono una parte essenziale della Reggiana, da sempre.
“Loro possono portare quel punto in più che fa la differenza. Nel nostro girone la differenza la faranno proprio i tifosi. La squadra ha bisogno del loro incitamento e anche noi come società abbiamo bisogno di un segnale di stima”.
Come giudica l’eliminazione dalla Coppa Italia?
“Non abbiamo dato peso perchè il preparatore atletico e l’allenatore ci hanno detto che dipende dai carichi di lavoro. I ragazzi avevano le gambe pesanti”.
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