L’arbitro più del Venezia piega la Reggiana. E’ triste e fa rabbia doverlo rimarcare ma la sconfitta della Reggiana ruota attorno al calcio di rigore fischiato dall’arbitro Camplone e che ha determinato alla fine del primo tempo il pareggio del Venezia.
In quel momento è cambiata l’inerzia della partita. Un rigore discutibile, molto discutibile fischiato – come ha rimarcato il mister Alvini – con troppa leggerezza non tenendo conto della dinamica dell’azione anche se Lunetta ha agito in modo disordinato ma non ha commesso un fallo punibile col penalty. La Reggiana avrebbe meritato di concludere il primo tempo in vantaggio e se cosi’ fosse stato avremmo visto nella ripresa un altro match. In ogni caso la Reggiana avrebbe meritato il pareggio perché per sessantacinque minuti (tutto il primo tempo e venti minuti finali) è stato se non alla pari, superiore al Venezia. I granata, oltretutto, se sono stati fortunati nei due legni colpiti dal Venezia, altrettanto non si può dire per la deviazione di Varone che ha propiziato il gol partita di Aramu e soprattutto nella conclusione finale di Zamparo con il portiere protagonista di una parata salva risultato, senza contare le occasioni di Lunetta e Ajeti. In pratica per le occasioni create e per la prestazione offerta, se la Reggiana avesse portato a casa un pareggio del Penzo non ci sarebbe stato nulla da ridire.
Una sconfitta che lascia l’amaro in bocca ma anche una grande consapevolezza: la Reggiana è in grado di lottare anche contro un Venezia che ora è secondo in classifica pur avendo in infermeria otto giocatori e dovendo rinunciare nel corso della partita a Del Pinto per un colpo subito. Resta questa consapevolezza di una squadra che può mettere in difficoltà qualsiasi avversario e quindi anche fare risultato contro chiunque. Certo deve recuperare gli infortunati, qualche atleta ha necessità di rifiatare per ritrovare la miglior condizione ma lo spirito del gruppo e la qualità del gioco è certamente all’altezza della serie B.
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