La Reggiana di Davide Dionigi ha una sua precisa identità

La Reggiana di Davide Dionigi ha una sua precisa identità

Le operazioni di mercato hanno sposato questa filosofia calcistica e ne dobbiamo tenere conto perché la Reggiana di Dionigi è diversa da quella di Viali o di Nesta nei giocatori e nell’identità di squadra. Spetterà al campo dire se questa è la strada giusta

Si può essere o meno d’accordo, si può avere una visione diversa del calcio ma la realtà della Reggiana targata Davide Dionigi è quella che ci ha mostrato l’allenatore fin dai primi giorni di ritiro. Una Reggiana composta da 24 giocatori di movimenti più tre portieri, che ha due giocatori per ruolo anche se in alcuni reparti ci possono essere tre atleti per una maglia e giocatori che possono giocare sia a destra che a sinistra, vedi Marras e Rover ma sempre come esterni, con ruoli ben definiti. Ovviamente emergenze a parte.

Non sarà mai una Reggiana votata al possesso palla o al palleggio prolungato ma destinata a giocare di ripartenza utilizzando l’aggressività a tutto campo. Una squadra che può difendere nella propria metà campo ma sempre pronta a proiettarsi in avanti e senza tanti fronzoli.

Una squadra con la difesa a tre, con un regista centrale e due esterni che sono chiamati anche a proiettarsi nella fase offensiva. Coppie di esterni (i quinti) che possono essere più o meno offensivi, vedi ad esempio Marras in alternativa a Bozzolan o Tripaldelli sulla fascia sinistra; Rover o Libutti o Sampirisi a destra. Non ci possono essere equivoci: se manca Quaranta gioca Bonetti o viceversa. Una Reggiana che gioca con un centrocampo a due e le coppie possono essere Reihnart-Charlys o Mendicino-Bertagnoli con Stulac e Vallarelli come alternative. Non è una squadra pensata con un centrocampo a tre con un play e due interni, perché non ci sono per caratteristiche. Bertagnoli, Reinhart o Mendicino e Charlys assieme penso che non li vedremo mai per caratteristiche e per non rinunciare a un trequartista.

Il mercato è stato impostato in questa logica. Allo stesso modo ci sono tanti trequartisti o seconde punte, vedi Tavsan, Lambourde, Girma e Basili. Portanova appartiene a un’altra categoria: Manolo può fare tutto anche se non è una mezzala di palleggio. In attacco Gondo e Novakovich sono alternativi ma possono anche giocare assieme mentre Lambourde è qualcosa di diverso perché punta molto sulla sua velocità. I giovanissimi Contè, Cavaliere e Maisterra per il momento sono in secondo piano.

Un altro elemento evidente è che Dionigi, inizialmente, non cambierà mai assetto pur prendendo determinati accorgimenti tattici: sugli esterni si potranno avere giocatori più offensivi così come si potrà giocare con due punte e un solo trequartista. Le rotazioni saranno in stile Marchioro: un terzino per un terzino, una mediano per un mediano, un esterno per un esterno.

Le operazioni di mercato hanno sposato questa filosofia calcistica e ne dobbiamo tenere conto perché la Reggiana di Dionigi è diversa da quella di Viali o di Nesta nei giocatori e nell’identità di squadra. Spetterà al campo dire se questa è la strada giusta.

Wainer Magnani
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