Il privilegio di far parte della famiglia

Il privilegio di far parte della famiglia

I tifosi granata sono ormai gli unici che portano avanti il principio del senso di appartenenza

Nei momenti belli come le trasferte o le varie feste ma soprattutto nei momenti tristi come in questo caso la salita al cielo di Catta c’è un aspetto che mi ha colpito: il senso di appartenenza e il sapere di far parte di una grande famiglia. Nel nostro mondo sempre più social e meno umano questo senso di appartenenza a un gruppo, a una parrocchia, a partito politico o associazione è venuto a mancare. A tutti i livelli si è smarrito l’idea di comunità. Poi vedi lo spirito che accompagna il Gruppo Vandelli o le Teste Quadre, diciamo più in generale i tifosi granata e allora capisco che c’è ancora una fiammella della speranza. Il senso di appartenenza significa difendere la propria identità ma anche essere solidali. In tutto e per tutto, nel bene e nel male, nelle piccole e grandi cose. In queste ore il web è invaso da messaggi per Catta, un tifoso granata che è prematuramente scomparso. Io non lo conoscevo ma sono convinto che oggi Catta sarà orgoglioso dell’affetto che ha saputo trasmettere. Sarà fiero di avere avuto tanti amici, anzi una grande famiglia. Assieme alle condoglianze alla famiglia occorre sottolineare ancora una volta lo spirito che accompagna i tifosi granata. Loro portano avanti dei principi morali che oggi abbiamo perso quasi del tutto e forse qualcuno dovrebbe riflettere su questo aspetto. Sulla disaffezione che anima la vita pubblica, politica e anche culturale della nostra civiltà. Reggio Emilia è nota per essere la “città delle persone” ma ho qualche dubbio. Anche nei circoli di quartiere dove è radicato questo principio, la solidarietà e il senso di comunità si sta disperdendo nell’individualismo. Sempre più vige il motto “ognuno pensa per se”. Non ho invece nessuna remora a indicare nello spirito del Gruppo Vandelli e delle Teste Quadre una strada maestra. Certo le Tq hanno un loro codice, spesso per molti incomprensibile ma rientra sempre in quel concetto, forse estremizzato, del senso di appartenenza. Il difendere un’identità, una bandiera.
E’ un lungo pistolotto che non interesserà e mi scuso sono convinto che abbiamo sempre più bisogno di sentirci una famiglia, una comunità per poter andare avanti. Per questo motivo ammetto che mi è dispiaciuto non poter vivere direttamente i sentimenti che animano il Gruppo Vandelli o di avere frequentato la curva sud del Mirabello solo da spettatore. Me l’ha imposto il mio ruolo ma so di av
Wainer Magnani
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