Fari puntati su Stefano Vecchi: idee, modulo, filosofia, schemi

Fari puntati su Stefano Vecchi: idee, modulo, filosofia, schemi

Con i nerazzurri ha vinto due Scudetti e una Coppa Italia oltre al torneo Primavera. Ha lanciato tanti giovani tra cui Zaniolo e Pinamenti

PRIMA PARTE

Scopriamo meglio il tecnico Stefano Vecchi in questa analisi del 2017 di assoanalisi.it nel periodo trascorso alla corte dell’Inter.

La squadra allenata da Stefano Vecchi ha, in questa stagione, vinto il Campionato Primavera, riuscendo quindi nei tre anni di gestione di questo allenatore ad aggiudicarsi: il Torneo di Viareggio, la Coppa Italia Primavera e il Campionato Primavera. Vecchi schiera la sua Inter con un sistema di gioco di base 4-2-3-1 con Di Gregorio (che è anche il capitano della squadra) in porta; la linea difensiva formata da Mattioli terzino destro, la coppia centrale Gravillon, Vanheusden (vincitore del “Premio Morosini” in quanto eletto miglior giocatore delle Final Eight) e Cagnano terzino sinistro; i due mediani sono Awua (giocatore moto dinamico) e Carraro (mancino e portato per la regia); i giocatori alle spalle della punta sono Bakayoko a destra (anche se in alcune partite gli sono stati preferiti Rover o Belkheir in partenza per poi sfruttare la velocità di Bakayoko a partita in corso nei contropiedi), Rivas a sinistra e Emmers dietro alla punta; l’attaccante centrale della squadra è Pinamonti (fresco di rinnovo fino al 2021 e già aggregato più volte alla prima squadra) che ha già debuttato in Serie A.
La squadra invece in fase di possesso si trasforma grazie soprattutto ai movimenti degli esterni. Sui rilanci di Di Gregorio (che difficilmente gioca corto, ma, quasi sempre rilancia lungo) i due attaccanti esterni si alzano andando a formare con Pinamonti ed Emmers una linea di 4 attaccanti; la squadra viene quindi a trovarsi disposta con un 4/2-4.
Se invece la squadra si trova in una situazione di attacco maggiormente manovrato, anche i terzini si alzano per partecipare alla manovra offensiva e allo stesso tempo per formare con Awua e Carraro una barriera contro le ripartenze avversarie; la squadra si trova quindi ad occupare il campo avversario con un 2/4-4.
In fase di non possesso invece la squadra forma due linee compatte di 4 giocatori in difesa e a centrocampo (grazie al grande lavoro dei due esterni d’attacco in fase di non possesso) con Emmers pronto a dare una mano nella pressione sui primi costruttori di gioco avversari e Pinamonti meno coinvolto nella fase di non possesso (se non per una primissima chiusura delle linee di passaggio tra i centrali e i mediani avversari) ma più concentrato sugli smarcamenti preventivi; è quindi evidente come la squadra si disponga sul campo in questa fase di gioco con un 4-4-1-1

Fase di possesso

Per quanto riguarda la fase di costruzione della squadra di Vecchi le principali costanti tattiche evidenziate sono 2: da un lato con palla a Di Gregorio (come abbiamo già accennato in precedenza) gli esterni d’attacco si alzano per andare assieme a Emmers e a Pinamonti a occupare tutta l’ampiezza del campo, il rinvio del portiere è indirizzato o a Pinamonti o a uno dei due esterni con Emmers invece che lavora maggiormente sulle seconde palle. Quando invece l’Inter Primavera comincia quella che è la sua costruzione più caratteristica, la palla passa dai centrali di difesa Gravillon e Vanheusden, che grazie ai movimenti senza palla di Awua e soprattutto di Carraro, si trovano ad avere più opzioni di passaggio (appoggio sull’altro centrale passaggio laterale sul terzino più vicino o appoggio sul mediano che si è smarcato); grazie a questa prima rete di passaggi, l’Inter comincia a guadagnare metri, ma soprattutto da ai giocatori offensivi il tempo di fare i giusti movimenti, infatti, dopo tre o quattro passaggi tra i giocatori che costituiscono la squadra dalla mediana in giù, la palla viene poi lanciata lunga (spesso da uno dei due terzini o dai centrali, meno spesso dai mediani) ai 4 giocatori offensivi (anche qui più spesso si cerca la sponda di Pinamonti o la palla su uno dei due attaccanti esterni, mentre Emmers si occupa delle seconde palle).
Avendo una costruzione che dopo il primo palleggio cerca spesso il lancio per uno degli attaccanti, la fase di sviluppo della squadra di Vecchi non prevede una fitta rete di passaggi prolungata con continue rotazioni tra i giocatori; la costante degli sviluppi di questa squadra prevede ,una volta superata la prima pressione con il passaggio dal centrale difensivo al mediano, o un appoggio laterale del mediano verso il terzino più vicino che sta prendendo campo e che poi nella maggior parte dei casi cercherà di lanciare l’esterno d’attacco oppure sarà il mediano stesso a servire l’attaccante esterno sulla corsa senza bisogno di passare dal terzino.

Altra caratteristica della squadra di Stefano Vecchi è il grande lavoro sulle fasce, gli esterni d’attacco vengono cercati con grande continuità dai lanci dei compagni, ma anche i terzini hanno un’ottima attitudine offensiva e cercano spesso di attaccare lo spazio e sovrapporsi per poi andare a mettere cross o traversoni in area (l’Inter Primavera è una squadra che attacca molto sulle corsie esterne cercando il fondo per mettere palloni in area).

 Per quanto riguarda la transizione offensiva, l’Inter Primavera ha come comportamento caratteristico quello di attaccare il campo in verticale appena recuperata la palla cercando di sfruttare la corsa dei suoi esterni d’attacco e dei suoi terzini con la costante che chi fa partire il contropiede con il primo passaggio, poi segue l’attacco in modo da permettere al compagno di reparto di avere tre soluzioni: puntare l’avversario o servire chi si sovrappone oppure appoggiarsi sui movimenti di Pinamonti.

Fase di non possesso

Per quanto riguarda la Fase di non possesso, la squadra allenata da Stefano Vecchi non porta un pressing aggressivo sulla prima costruzione degli avversari, ma si limita a una pressione iniziale con i due giocatori che rimangono più alti (Pinamonti ed Emmers), che costringono i giocatori della squadra avversaria a passaggi orizzontali o all’indietro così da rallentarne la manovra e dare la possibilità al resto della squadra di formare le due linee di attacco e difesa con cui coprire il campo sotto la linea della palla. Quando gli avversari riescono a portare con passaggi verticali la palla a uno dei loro centrocampisti costruttori di gioco, spesso uno dei due mediani interisti si stacca in marcatura per non permettere all’avversario di girarsi ma costringendolo a riappoggiare la palla indietro.

Un’altra caratteristica della fase difensiva dell’Inter Primavera è data dal comportamento delle linee di difesa e centrocampo che stanno sempre molto corte in modo da togliere il più possibile lo spazio di rifinitura agli avversari (questo atteggiamento funziona molto bene quando la linea difensiva riesce a stare alta, mentre quando questa è costretta dal palleggio avversario ad abbassarsi troppo poi tutto il blocco della squadra risulta troppo basso, aumentando così lo spazio tra le due linee e i due giocatori che rimangono più offensivi). Stefano Vecchi nel preparare la fase difensiva della sua squadra chiede (e ottiene) un grande lavoro da parte degli esterni d’attacco che diventano veri e propri centrocampisti esterni lavorando a tutta fascia per chiudere l’avversario e poi ripartire. Questa attitudine difensiva degli attaccanti esterni, permette all’Inter primavera di trovarsi spesso in condizione di superiorità numerica (difensiva) sugli esterni, potendo così raddoppiare sugli attaccanti esterni avversari.

La squadra allenata da Stefano Vecchi è quindi una squadra molto equilibrata capace di portare molti uomini sotto la linea della palla per poter raddoppiare recuperare palla e poi ripartire con transizioni veloci e verticali che mettono in mostra l’ottima tecnica in velocità dei suoi giocatori; tuttavia sembra andare in difficoltà nelle situazioni in cui gli avversari attaccano contemporaneamente con un esterno che si accentra e un terzino che si sovrappone e inoltre in alcune fasi della gara il baricentro della squadra risulta troppo basso.

In conclusione l’Inter Primavera risulta essere una squadra composta da giocatori di talento, molto cinica e difficile da affrontare come dimostrano gli ottimi risultati ottenuti in questi tre anni.

Wainer Magnani
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