Augusto Gabriele per la nostra rubrica “cosa ricordi di Reggio Emilia”

Augusto Gabriele per la nostra rubrica “cosa ricordi di Reggio Emilia”

“Silvano e Tatiana sono stati i padrini per il battesimo di mia figlia Franca”

Augusto Gabriele ha legato il suo nome all’ultima vittoria del campionato della Reggiana: stiamo parlando della stagione 1988/89. In quella stagione mise a segno 7 gol di cui 4 su rigore in 33 partite. L’anno successivo in serie B collezionò 34 partite e 3 gol. In tutto 67 gare di altissimo livello. “Volevo rimanere alla Reggiana – racconta Augusto Gabriele, che proprio il 2 febbraio ha festeggiato 61 anni – e prendere casa a Reggio Emilia. Stavo veramente bene nella Reggiana e in città”.

Poi cosa accadde?

Avevo chiesto al direttore sportivo Renzo Corni di firmare un contratto biennale ma mi propose un solo anno di contratto. Alla fine venne il Vicenza che mi mise sul tavolo un contratto di tre anni per tentare la risalita in serie B e misi nel cassetto il progetto di diventare un “testa quedra”. Però Reggio mi è rimasta nel cuore”.

Cosa ti sei portato a Pescara?

La mentalità e il carattere dei reggiani, gente semplice, affettuosa, solare che ha saputo accogliere la mia famiglia a braccia aperte. Ma ti dirò di più”.

Cosa?

Mia figlia Franca è stata battezzata a Reggio e i padrini sono stati Silvano e Tatiana”.

Ti senti ancora con Silvano Melli?

Siamo rimasti in contatto, ci vengono spesso a trovare a Pescara e mi portano i profumi gastronomici di Reggio Emilia”.

Cosa in particolare?

Erbazzone, Parmigiano Reggiano, i tortelli d’erbetta e di zucca. E poi il gnocco fritto. Inimitabile”.

Con i reggiani hai avuto un feeling speciale.

Calcisticamente sono stati due bellissimi anni: subito la vittoria del campionato e poi anche l’anno dopo in serie B ci siamo tolti delle soddisfazioni, giocando un buon calcio”.

Oltre a Silvano e Tatiana hai altri contatti?

Il tempo smorza molto, però mi sento spesso con Nico Facciolo e con Stefano Guerra”.

Erano i compagni di squadra preferiti?

C’era un bel gruppo. Ci siamo divertiti. Mi ricordo, però, che con Stefano una sera siamo andati in un ristorante, il Vulcanetto, che faceva tutto alla griglia e sul tavolo. Mi è rimasto impresso. Non so se c’è ancora. I ristoranti reggiani li abbiamo girati un po’ tutti perché il giovedì sera era prassi andare fuori tutti assieme a cena”.

Dove vivevi?

Appena fuori Reggio assieme a mia moglie Edda. Vivevo in un palazzo appena costruito dietro Mezzini automobili”.

Sei mai tornato a Reggio?

Sono ormai quindici anni e più che non vengo. Non sono nemmeno mai tornato al Giglio per vedere una partita perché a dire la verità con il calcio professionistico ho chiuso”.

Cosa fai?

Da quando ho smesso di giocare mi sono dedicato all’insegnamento del calcio ai ragazzini. Sono stato in diverse società abruzzesi, adesso sono il responsabile della società Fater, un’azienda che all’interno ha campi di calcio e svolge un’attività sportiva a favore dei giovani”.

Basta col professionismo?

Mi ha stancato, devo dire la verità”.

Wainer Magnani
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