I tre grandi meriti del presidente Carmelo Salerno

I tre grandi meriti del presidente Carmelo Salerno

Ha avuto la forza di scegliere il ds Roberto Goretti, ha imposta la filosofia di non rinnovare i contratti in scadenza, ha rimodernato il centro sportivo di via Agosti

Il presidente Carmelo Salerno ha dichiarato che il suo grande merito e pregio è stata la SOPPORTAZIONE. Sarà anche vero e non lo metto in dubbio perché col passare dei giorni e delle settimane ho compreso come questa stagione sia stata particolarmente complicata, forse di più di quella che immaginavamo dall’esterno o che davano a vedere.
Carmelo Salerno è stato un presidente che ha fatto scelte importanti, drastiche, difficili e che si è messo in gioco: una su tutte quella di chiamare alla direzione tecnica il ds Roberto Goretti. Devo dire la verità mai avrei immaginato un Romano Amadei senza Doriano Tosi. Apro anche una parentesi: la Reggiana che più ho apprezzato da un punto di vista calcistico è stata proprio quella che ho ammirato lo scorso anno al Città del Tricolore. Non ha vinto e quindi non passerà alla storia ma lo spettacolo calcistico offerta resta nella mia memoria. Chiusa parentesi.
Carmelo Salerno ha avuto la forza anche di tracciare una filosofia molto pericolosa e impopolare tra i calciatori (e lo staff tecnico) come quella di non prendere in considerazione il rinnovo dei contratti ai giocatori in scadenza. La Reggiana aveva iniziato la stagione con 21 giocatori sotto contratto per un portafoglio superiore ai 4 milioni, il che voleva dire avere le mani legate, anche se si trattava di giocatori di assoluto livello per la categoria. Per la gestione di una società è un “laccio” che impedisce di governare al meglio l’aspetto economico. Il presidente ha voluto interrompere questo percorso per essere, oggi, libero nelle scelte tecniche. Ma gestire un gruppo in queste condizioni non è semplice per la proprietà, per i dirigenti e per lo stesso allenatore. Essere riusciti a cogliere la promozione in questo contesto è un grande merito. Certo non solo del presidente o del ds ma anche e soprattutto del tecnico che ha saputo “rapire” il cuore dei giocatori e degli stessi atleti. Vincere il campionato per quei giocatori che erano in scadenza era l’unico modo per garantirsi un futuro roseo e questo è stato il fattore che li ha compattati. Se oggi il ds Goretti può anche pensare di ridurre il monte ingaggi o comunque di ottimizzarlo è proprio per la fermezza tenuta dalla proprietà.
Un altro merito del presidente è stata la volontà di dare una “casa” alla Reggiana. Non si poteva continuare a girovagare tra impianti dilettanti o addirittura circoli sportivi ma era fondamentale ammodernare il centro sportivo di via Agosti con campi di ultima generazione, spogliatoi e palestre per la prima squadra e per il settore giovanile. Ma per fare questo era necessario impegnare la proprietà e conoscendo Amadei è sempre stato un imprenditore che ha speso soldi per i giocatori ma non per le strutture soprattutto dopo la fregatura avuta a Modena con lo stadio Braglia. Era necessario investire e avere l’appoggio, anche economico, dell’amministrazione comunale. Ma non era facile e semplice. Riuscire a convincere o trovare l’appoggio del Comune e della Curia per fare una convenzione di 24 anni è stato un capolavoro. Per la prima squadra ne vedremo i benefici il prossimo anno e negli anni a venire mentre per il settore giovanile è già una realtà.
Questi sono i tre grandi meriti, a mio avviso, del presidente Carmelo Salerno. Poi c’è un discorso tutto personale: Salerno è un calabrese trapiantato a Modena, che ha interessi professionali solo su Modena (è architetto e titolare della Safim) ed è venuto a Reggio chiamato da Romano Amadei. Già un presidente del Modena che diventa anche presidente della Reggiana è una cosa atipica. Nel corso degli anni, però, ha dimostrato di fare tutto questo esclusivamente per la sua grande passione per il calcio che si è via via trasformata in amore per la Reggiana. Mai ho visto un presidente emozionarsi così, versare lacrime di gioia o di sofferenza per la Reggiana. Ha messo soldi e cuore in questa avvenuta senza mai chiedere niente in cambio. Nemmeno le scuse per gli insulti che ha ricevuto.
Amo sempre pensare che i presidenti, gli allenatori e i giocatori passano ma la Reggiana resta. E’ stato così e lo sarà sempre ma bisogna ammettere che Carmelo Salerno ha lasciato un’impronta del suo modo di fare il presidente e aveva ragione Romano Amadei quando l’ha chiamato alla Reggiana.
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Wainer Magnani
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