Il nostro viaggio tra i protagonisti: da Lanini, Venturi a Cauz

Il nostro viaggio tra i protagonisti: da Lanini, Venturi a Cauz

La dolcezza di Eric, l’energia di Giacomo e la nuova dimensione di Cristian

Prima di proseguire in questo nostro viaggio, voglio ricordare che non sto scrivendo le pagelle dei giocatori, quello che hanno fatto sul campo ma ciò che ai miei occhi hanno rappresentato.
Inizio da Eric Lanini che spesso viene definito un ragazzo “leggero” e frivolo perché ama i social e la vita tipica del prototipo del calciatore. In realtà è un ragazzo particolarmente sensibile e fragile. Il suo rendimento è fortemente condizionato da questo aspetto e capisco che è un difetto ma se avrete modo di parlare con lui questo suo lato del carattere balzerà subito agli occhi. Lanini ha bisogno di essere apprezzato, stimato e coccolato. Sembrerà banale e puerile ma è così. Parla sempre con una cadenza di voce bassa, quasi silenziosa per non disturbare ma i suoi concetti sono di un ragazzo maturo, che ha fatto la scelta di rimanere alla Reggiana per dei motivi legati al suo carattere, al modo di interpretare il calcio. Questo è Eric Lanini, un ragazzo che si demoralizza quando non gioca le partite importanti perchè pensa “allora non sono importante per il mister e per i miei compagni” mentre sappiamo bene che a volte le scelte del tecnico partono da altri aspetti. Ma se vuoi avere il “cuore” di Lanini questi sono i presupposti.
Giacomo Venturi è al quarto anno in granata e dunque chi non lo conosce. Giudicare il portiere è facile perché spesso si riassumono in alcuni flash: è stato decisivo ai play off vinti, ha pagato dazio in serie B, lo scorso anno ha fatto il suo senza metterci il timbro, cosa che ha fatto quest’anno con il record di imbattibilità. Tutto qui? No, perchè Giacomo Venturi è qualcosa di più. Innanzi tutto è un falso timido perché nel gruppo si scatena. E’ un romagnolo ma atipico. L’aspetto che, però, più mi ha colpito è che nel corso di questi quattro anni gli è successo di tutto in termini di infortunio. Per la Reggiana ci ha rimesso la testa, in rene, il ginocchio e altre parti del suo corpo. Eppure ha sempre avuto la forza di rialzarsi, di tornare tra i pali protagonista e l’aspetto che più mi ha colpito è che sono stati gli allenatori a tenderli la mano: da Alvini a Diana. Dicono che Bizzarri l’ha migliorato rendendolo più spavaldo nelle uscite. Non mi interessa molto anche se è vero. Mi piace constatare come il rapporto con Turk prima, negli anni con Voltolini, che sono ai miei occhi dei titolari, è sempre stato leale e all’insegna della stima reciproca. Giacomo sa farsi voler bene da tutti perché è un sincero. Dai tifosi è facile ma dai tecnici e dai compagni di squadra serve qualcosa in più: la lealtà. Un altro aspetto che mi ha colpito è la dolcezza che mette nel ruolo di padre e come marito che traspare in ogni momento.
Cristian Cauz penso sia arrivato a un bivio della sua vita professionale, non tanto perché ha conquistato la serie B ma perché diventerà padre. E questo gli cambierà la vita privata e professionale. Lo indurrà a maturare in fretta, a togliersi quell’aria da eterno fanciullo. Di questo Cristian aveva bisogno: sentirsi responsabile a tutto tondo, nella vita privata come nella sua professione. A livello calcistico è ancora un diamante grezzo ma ha tutto per diventare un uomo e un grande professionista. Questo è il mio auspicio.

Wainer Magnani
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