La Reggiana e nata per dominare le partite e non sa fare altro

La Reggiana e nata per dominare le partite e non sa fare altro

Il concetto “adesso conta solo il risultato” è incongruente con l’idea di calcio che ha proposto il tecnico Aimo Diana e con l’organico che ha costruito il ds Doriano Tosi

Accetto la motivazione de direttore sportivo Doriano Tosi dopo la vittoria a Olbia “adesso conta solo vincere” perché ci sta che in una partita in cui non riesci a esprimere tutto il tuo potenziale tecnico e sei in difficoltà per vari fattori anche ambientali, guardi a ciò che conta, ciò al risultato. Non mi scandalizzo perché è stato il motto di un grande del calcio italiano come Giampiero Boniperti che ha coniato il motto “nel calcio il risultato non è importante, è l’unica cosa che conta”. Tutto vero ma ora mi chiedo: Aimo Diana per preparare le prossime dodici partite dirà ai suo giocatori “dimenticatevi tutto quello che vi ho insegnato e pensare solo a vincere”.

Non credo sia un discorso sensato perché la Reggiana è stata costruita dal direttore sportivo Tosi e allenata da Aimo Diana con dei principi che fanno del dominio della partita un dogma. La Reggiana se non gioca un calcio offensivo non può penare di continuare a fare tanti punti per vincere il campionato Poi ci sta che in una partita strana come quella di Olbia dove un episodio ha deciso il match ci si possa tappare il naso ed essere felici per la vittoria ma non mi si venga a dire che questa è la strada maestra. La Reggiana non può snaturarsi.

Metto anche nel conto che questa è una filosofia che non mi garantisce la vittoria del campionato. E’ rischiosa, dispendiosa e occorre sempre essere al top per poter giocare da Reggiana. Ma sono anche convinto che non sappiamo fare altro. Cosa vuoi dire a Cigarini, Rossi, Radrezza, Murone, Rosafio o Neglia, per citare i giocatori più tecnici, di difendere per poi puntare sulle ripartenze? Difendere e gestire il vantaggio? Certo, in alcuni momento della partita l’abbiamo fatto ma non è il principio su cui impostare la partita.

Per lo meo io la penso così’.

Wainer Magnani
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