Non è il momento di tirare le somme

Non è il momento di tirare le somme

Il calcio mercato non è ancora entrato nel vivo anche se la campagna abbonamenti è latitante e pone delle riflessioni anche alla luce di una proprietà che si è “smagrita” e se non si cambia rotta non può reggere il peso di un disavanzo di gestione così importante

Consentitemi un paio di riflessioni.
MERCATO
Inizio dal calcio mercato perchè è sempre oggetto di curiosità e commenti e in questo periodo ci sono tanti che si improvvisano direttori sportivi millantando conoscenze ma in realtà leggono, si informano e sparano giudizi. Quindi, per il momento, direi di stare ai fatti: ad oggi le operazioni ufficiali della Reggiana sono la cessione di Zamparo all’Entella, Radrezza al Padova, Neglia al Cerignola e Marconi al Lentigione. Sono arrivati in maglia granata Pellegrini dal Sassuolo, Varela dal Gladiator e Turk dal Parma. Sono stati rinnovati i contratti con Libutti, Lanini e Cremonesi mentre sono stati lasciati liberi Del Pinto (approdato al Potenza), Scappini, Russo e Porcino. Stop.
Ora possiamo dire che la Reggiana ha un organico inferiore allo scorso anno? Mah. E’ vero che mancano i 18 gol di Zamparo (compresi i 5 rigori) ma è bene non dimenticare che Pellegrini a Gubbio ha segnato 7 gol. Nel Gubbio dove forse la percentuali di occasioni/gol segnati è certamente inferiore alla Reggiana. Chiedere a Damiano Bertani per avere conferme. Certo ci manca Cigarini e questa è la grande lacuna che però nessun acquisto potrà sopperire. L’unica speranza è di riaverlo al più presto. A livello difensivo c’è un Laezza in più e in attacco un Arrighini dall’inizio della stagione oltre all’esordiente Varela. Concordo in chi sostiene che è un organico che deve essere rimodulato con l’inserimento di due centrocampisti e uno o due attaccanti in base alle uscite. Credo ne sia consapevole il ds Goretti che, però, ha tre, anzi quattro obiettivi: rispettare il budget, ringiovanire la squadra, creare valore e affidare a Diana un organico per puntare alla serie B. Il tutto cercando di offrire maggiori motivazioni ai senatori e allo stesso tempo avere soprattutto un centrocampo con una caratteristica che mancava: il dinamismo. Ci riuscirà? Non lo so. E’ impresa titanica. Spesso quando si vuole vincere il campionato il rigido rispetto del budget, la valorizzazione dei giocatori o l’età passa in secondo piano. Riuscire a far collimare tutte queste esigenze è molto difficile. Il ds Goretti dice di esserci riuscito sei volte su otto. Non possiamo altro che aspettare prima di tirare le somme anche perché il calcio mercato chiude il primo settembre. Non oggi o domani, il primo settembre.
ABBONAMENTI
Siamo ad un mese esatto dall’inizio della campagna abbonamenti e siamo a poco più di 2.100 abbonamenti. A detta di tutti i prezzi sono vantaggiosi, le condizioni per avere sconti e vantaggi pure. La società ha fatto di tutto per creare le condizioni favorevoli per abbonarsi: Store con orari lunghi e soprattutto un pulmino che ha girato tutta la Provincia. Diciamo la verità: più di così è impossibile.
Se fossi nella proprietà mi verrebbe da pensare che forse non vale la pena investire dai 4 ai 4,5 milioni di euro per una piazza che esprime poca attenzione. Poi forse non è così perché allo stadio, almeno lo scorso anno quando siamo potuti andare al Città del Tricolore, la media è stata superiore alle quattromila presenze. In termini di raccolta pubblicitaria è certamente una piazza sensibile. Allora è giusto fare altre riflessioni sul perché la campagna abbonamenti non decolla. Le ragioni possono essere tante ma nessuna, mi pare, con una validità comprovata. La crisi, la disaffezione allo stadio, le partite in tv, la paura del Covid, le delusioni sportive, i tanti interessi sportivi, una programmazione delle partite con orari assurdi. Ci sta tutto ma nulla giustifica realmente questo distacco del popolo granata.
Come per il calcio mercato occorrerà aspettare la conclusione della campagna abbonamenti che è stata fissata per il 28 agosto ma che forse slitterà al 4 settembre ma se questo è l’andazzo si può pensare di arrivare a poco più di tremila tessere.
Il presidente Salerno ha espresso un concetto: una città e Provincia di fede granata di 500mila abitanti non può esprimere solo tremila abbonati per la Reggiana.
SOCIETA’
E’ inutile che cerchiamo di mettere la testa sotto la sabbia: se non invertiamo la tendenza finanziaria che futuro può avere questa proprietà? Non è pensabile che ogni anno ci sia da ripianare un debito di 4/4,5 milioni di euro e questa incombenza sia sulle spalle di tre soci e in particolar modo del patron Romano Amadei. Sì, perchè l’uscita di Cesare Roberto (8%) Luca Quintavalli (5%) Mauro Carretti (5%) e Illder Reggiani (2%) porterà Amadei a passare dall’attuale 45% al 65% con Salerno al 30% e Giuseppe Fico al 5%.
Faccio una premessa doverosa: occorre ringraziare chi ha messo soldi nella Reggiana e rispettare chi ad un certo punto ha alzato la mano ed è uscito di scena. E’ successo in passato ad altri soci (Giaroni, Bondavalli, Perin, Reggiani, Conad) quindi è rispettabile la scelta fatta dai quattro soci usciti. Ciò che mi chiedo è come potrà reggere questa compagine societaria se i costi di gestione saranno quelli degli ultimi anni. Non voglio fare i conti in tasca a nessuno, men che meno al patron Amadei ma l’esperienza di un “uomo solo al comando” non ha mai avuto un futuro. Basta dare uno sguardo al passato per avere cognizione della realtà. Le soluzioni? Al momento una sola: cercare di andare in serie B ma soprattutto di capitalizzare il patrimonio giocatori per cercare di ridurre i costi di gestione attraverso le valorizzazioni e il mercato. Un’altra soluzione, che però va in controtendenza a ciò che è successo in questi anni, è l’ingresso in società di nuovi soci ma mi pare che all’orizzonte non ci sia questo scenario.
Quindi prima di criticare Salerno, Amadei o Fico pensateci bene due volte.
Wainer Magnani
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