Aimo Diana: “Ho capito che Reggio Emilia è una piazza da serie A”

Aimo Diana: “Ho capito che Reggio Emilia è una piazza da serie A”

“Ammetto che mi ha sorpreso vedere tanto entusiasmo, la grande partecipazione di intere famiglie pazze di gioia. Non ho faticato a dire che questa è una tifoseria da serie A perché scene di questo genere appartengono a piazze della massima serie. Poi possono essere ventimila in più ma il concetto non cambia”

Aimo Diana torna sui festeggiamenti per la serie B e lascia capire chiaramente qual è il suo pensiero per il futuro iniziando da un giudizio sull’organico. “Non voglio sostituirmi al direttore sportivo ma se vado a vedere il curriculum dei nostri giocatori, quasi tutti hanno dei campionati di serie B alle spalle. Sono pochi quelli che la B non l’hanno fatta. Ho visto molta la serie B e quello che si nota è la grande differenza di struttura fisica, del resto in serie B non c’è quella differenza tra le varie squadre come invece c’è in serie C”.

Ha dichiarato in sala del Tricolore “oggi ho capito cosa significa allenare a Reggio Emilia”. Può spiegare cosa significa quella dichiarazione?

Ammetto che mi ha sorpreso vedere tanto entusiasmo, la grande partecipazione di intere famiglie pazze di gioia. Non ho faticato a dire che questa è una tifoseria da serie A perché scene di questo genere appartengono a piazze della massima serie. Poi possono essere ventimila in più ma il concetto non cambia. Chi dei nostri amici, che non vivono a Reggio Emilia e hanno visto i video che sono stati girati, sono rimasti impressionati. Il proff Esteban che ha mandato i video in Argentina gli hanno chiesto: ma avete vinto la Champions League?. Mi sono emozionato tantissimo quando ho visto lo stadio pieno. E’ già successo in altre occasioni ma in questo caso, con la leggerezza di avere già vinto il campionato e sapere che la nostra gente era lì per fare festa, è stato da brividi. Poi viverlo nuovamente in piazza è stato bellissimo, fantastico e ha messo un punto su quello che abbiamo fatto e che probabilmente questa gente aspettava da tanto tempo”.

Peserà nella sua scelta di rimanere o meno alla Reggiana a prescindere dal contratto?

Assolutamente sì. Te lo dicono sempre gli altri “guardate che Reggio Emilia è una grande piazza” poi all’improvviso ti accorgi che è veramente così”.

Amava definirsi un fabbricatore di punti ma ora si può dire anche un allenatore vincente.

Diciamo che una prima stellina me la sono messa anch’io al petto ma speso di una lunga serie, però bisogno ritornare ad essere un fabbricatore di punti perché solo questo presupposto ti può portare al successo”.

Le società di serie B che puntano alla salvezza perdono dalle 12 alle 14 partite mentre la Reggiana non è abituata dato che in due anni ne ha perse solo sette.

La sconfitta non si deve mai accettare, bisogna saperla affrontare. Negli ultimi anni abbiamo perso delle partite in momenti particolari. Abbiamo perso poco ma sono state sconfitte indigeste perchè sono arrivate in momenti in cui non ce le aspettavamo. Non so quello che sarà ma come in tutti i campionati bisogna cercare di prendere pochi gol e la fase difensiva è fondamentale. Magari non farne tanti. Noi abbiamo un buon equilibrio ma quest’anno abbiamo fatto meno gol dello scorso anno”.

Cambia la categoria ma il suo concetto di fare calcio sarà lo stesso?

Il principio di gioco sarà sempre lo stesso. Mi piacerà confrontarmi con il direttore sportivo Roberto Goretti, che ha più esperienza di questo campionato, per capire dove si può andare a cambiare. Vedo che diverse squadre in serie B giocano con una difesa a quattro ma tante stanno portando avanti il discorso della difesa a tre, quindi significa che sta cambiando la mentalità. Per il momento io so insegnare questo tipo di calcio e la mia forza deve essere quella di crescere, avere altre visioni, confrontarmi e ci sto lavorando. La difesa a quattro è un concetto che ho sempre voluto portare avanti e per fortuna i risultati positivi non mi hanno obbligato a cambiare, magari con un campionato diverso sarei stato costretto a fare dei cambiamenti”.

L’allenatore Aimo Diana sarà una novità nel campionato di serie B?

Sì, perché sarà la prima volta. Credo che potrò essere una novità perché mi viene riconosciuto che nel mio calcio si vede qualcosa di diverso. Sono sempre i calciatori i protagonisti e io punti sulla loro curiosità, anche con i più esperti che si possano rimettere in gioco o scoprire qualcosa di nuovo. Insegnarmi qualcosa di diverso rispetto a ciò che hanno fatto per tutta la loro carriera li porta a divertirsi di più. Cremonesi lo scorso anno si è divertito andando spesso nell’area avversaria, lo stesso Cauz e Rozzio oppure Laezza. Anche Guiebre che gli dicevo “guarda che puoi anche andare per viene centrali”. Logico che risulta più facile essere propositivi se hai il dominio della palla. Poi logico che più sali di categoria e maggiore è l’intelligenza per assorbire i concetti”.

E’ curioso di misurarsi con la serie B?

Assolutamente sì. L’ho, anzi l’abbiamo rincorsa per tanto tempo”.

Nessuna squadra di serie C che vuole vincere un campionato dovrà bussare alla sua porta?

Io ho il contratto e quindi in realtà non devono passare da me”.

Wainer Magnani
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