La Reggiana paga per aver giocato una partita in più, a Gubbio in piena emergenza Coronavirus, quindi da un punto di vista sportivo è una anomalia. Lo stesso potrebbe dire il Bari che viene penalizzato per aver giocato quattro partite in più del Carpi che a sua volta è stato premiato perché il Prefetto ha rinviato la sfida di Salò.
Ma per capire bene il criterio adottato dalla Lega Pro e cercare di trovare una soluzione a questo “pasticcio” occorre studiare bene il meccanismo, vale a dire il famoso “coefficiente di comparazione”.
Cosa ha fatto il direttivo della Lega Pro: ha cercato un coefficiente moltiplicatore dei punti in classifica delle varie squadre che tenesse conto delle diverse giornate giocate. Si è cercato di riportare tutte le squadre a una ipotetica classifica con 30 partite giocate, quindi si è tenuto conto di chi aveva giocato 27 partite come la Reggiana e 26 partite come il Carpi. E questo è stato il fattore penalizzante per i granata.
Questi i coefficienti scaturiti dal calcolo.
27 gare diviso 26 gare uguale a 1.03846 (coeficente calcolato per il Carpi per portarlo a pari giornate con la Reggiana. Il risultato è stato di 55.03846 punti. In pratica il Carpi è davanti alla Reggiana che ha 55 punti alla 27esima giornata)
30 gare diviso 26 gare uguale a 1.15384 (questo coeficente è stato applicato per rapportare il Carpi con 30 partite con il risultato di 61,1534 contro i 60 punti del Bari. In pratica il Carpi con le 4 partite virtuali ha scavalcato il Bari)
30 gare diviso 27 gare uguale a 1.11111 (questo è il coeficente applicato alla Reggiana per portarla a 30 partite giocate con il risultato di 61,1111 punti rispetto ai 60 del Bari)
Nella classifica finale del “coeficiente di comparazione” il Carpi ha 61,153 punti, la Reggiana 61,111 punti, il Bari 60 punti.
Ma perché si tiene conto del Carpi che è terzo? La risposta, sempre stando al ragionamento fatto con questo meccanismo è che il Carpi per il coeficiente di ponderazione (1.15384 per 53 punti uguale 55.03846 punti, quindi lo 0,3846 in più della Reggiana che ha 55 punti in classifica).
Facile capire dove risiede l’antisportività dato che stiamo parlando di punti conquistati per un calcolo matematico e non sul campo come invece hanno fatto Reggiana e Bari.
Per onore di cronaca va fatta una sottolineatura: anche a Reggio da parte di media e dei tifosi si era preso in esame il “coefficiente di comparazione” come strumento per indicare la miglior seconda ma con una differenza: non si era tenuto conto dell’attuale classifica del girone A e B ma si era tenuta in considerazione la classifica alle 26esima giornata perché alla 27esima giornata non c’era omogeneità cosi’ come invece c’era nel girone C con 30 giornate. Questo ha fatto “sballare” tutti i risultati perché è evidente che alla 26esima giornata la Reggiana aveva un punto in più del Carpi e quindi anche tutti i calcoli comparativi hanno premiato i granata.
Va anche detto che al momento della votazione, al punto 5, l’assemblea dei club è stata chiamata non a discutere del metodo scelto cioè del “coefficiente di comparazione” ma a votare se disputare i play off oppure applicare il “merito sportivo”. Definizione che indicava il coefficiente di comparazione. Al presidente Quintavalli, in effetti, non è stata data la possibilità di contestare questo principio del “coefficiente di comparazione” ma solo di votare per una delle due soluzioni. Lo stesso è stato per gli altri club che, però, erano meno interessati. Non a caso la votazione è stata frammentata.
Il presidente Ghirelli ha ragione quando afferma che se le 27 società aventi diritto ai play off avessero votate compatte per il ritorno in campo, il criterio del “merito sportivo” non sarebbe passato ma è proprio perché non è stato spiegato il criterio (anche se è stato mostrato) che ha determinato la votazione di 16 voti per i play off, 23 per i meriti sportivi, 3 contrari e 17 astenuti.
Questo è ciò che è successo in sede di assemblea dei club, dove è scaturito l’inghippo e perché il Carpi è stato indicato come la miglior seconda dei tre gironi.
Ora si tratta di capire cosa si può fare ma soprattutto in che modo il consiglio Federale potrà mettere in discussione questo progetto. Un criterio che stando a ciò che asserisce Ghirelli è stato indicato dalla stessa Uefa e applicato dalla Lega Pro anche in passato ma che il consiglio Federale potrà ribaltare perché è bene rimarcare che si tratta solo di una proposta votata dall’assemblea delle società ma l’ultima parola spetta al Consiglio Federale
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