Il Vangelo secondo Aimo Diana

Il Vangelo secondo Aimo Diana

Intensità, occupazione degli spazi e vocazione offensiva, sono questi i dogmi che professa il mister della Reggiana

Intensità, occupazione degli spazi e vocazione offensiva. Sono questi i dogmi che Aimo Diana professa al gruppo. Un allenamento di poco più di un’ora ma tutto finalizzato a trasmettere al gruppo questi concetti: scambi rapidi, uno o al massimo due tocchi di palla e soprattutto la capacità di muoversi coordinati. Un tempo si diceva “a fisarmonica”. Oggi Diana chiede agli attaccanti di giocare sempre in avanti, di non arretrare mai perché devono essere gli esterni a fare la spola tra centrocampo e attacco.

L’allenamento della Reggiana segue un modello preciso di schema: anche la fase di riscaldamento curata dal preparatore atletico Esteban Anitua è finalizzata ad assimilare i concetti di velocità di esecuzione e aggressività. Non a caso il gruppo è stato diviso in due gruppi, proprio per aumentare l’intensità. Un “torello” che punta da una parte al palleggio rapido e dall’altra al recupera della palla. Un’esercitazione di pochi minuti, ripetuta più volte che poi il tecnico Diana ha proseguito nella partitella aumentando via via le dimensioni del campo a disposizione dei ventidue giocatori. L’intenzione è quella di iniziare la partitella avendo a disposizione spazi ristretti per poi aumentare le dimensioni del campo ma senza diminuire l’intensità dei fraseggi. Sul piano tattico, ovviamente il modulo cambia poco: difesa a tre, centrocampo a quattro e poi da una parte due attaccanti e un rifinitore e dall’altra una prima punta e due mezzepunte. Ma l’indicazione di Diana è sempre la stessa “gli attaccanti devono giocare sempre in avanti, a spingere devono essere gli esterni”. Il mister granata ha già anticipato che domani a Lecco giocherà con il triangolo d’attacco rovesciato, vale a dire due seconde punte alle spalle del centravanti. E’ una delle due soluzioni a disposizione.

Anche al trequartista chiede di rivolgere lo sguardo sempre in avanti. “Se torna dietro la linea dei mediani non deve passare la palla al terzino” come a dire può occupare quello spazio se poi la sua azione punta in avanti. Nel corso della partitella finale, che poi è arrivata a tutto campo, il tecnico Diana ha offerto anche altre direttive interessanti. “Quando siamo a cinque, vuotiamo lo spazio in mezzo per l’inserimento delle mezze punte”.

Indicazioni molto tecniche e anche difficili da interpretare per chi non conosce la filosofia di Diana ma un aspetto emerge in modo evidente: la sua vocazione per un calcio propositivo, anzi decisamente a trazione anteriore. Ma da buon bresciano privilegia anche la saggezza perché sul finire della partitella ha espresso un’idea intelligente: “dobbiamo avere la capacità di abbassare i ritmi della partita. Gestire i finali dei tempi, a meno che abbiamo studiato l’atteggiamento di un avversario e sappiamo come metterlo in difficoltà”.

Il concetto guida non è il modulo, che pure è abbastanza rigido ma lo spazio che può essere occupato da un granata, non importa se difensore, centrocampista o attaccante. Bisogna prendere possesso di tutto il campo e avere sempre lo sguardo rivolto in avanti.

Sotto il profilo della comunicazione, a prescindere dai concetti tattici espressi (Rossi a fine partite si è soffermato a lungo a dialogare col mister) Diana sa farsi capire perché parla la lingua del giocatore che ha vissuto quelle situazioni.

Wainer Magnani
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