Non è finita finché non è finita

Non è finita finché non è finita

In una settimana la Reggiana ha un trittico di partite (Reggina, Pordenone, Pescara) che può realisticamente indicare il futuro dei granata. Ma ora è il momento di scegliere gli uomini più che i moduli o di fare le scelte tattiche

“Non è finita finché non è finita”. Deve essere questo il giusto slogan per questo mese finale che ci separa dal 7 maggio. Poi i pessimisti possono già da ora recitare il de profundis alla Reggiana e dare il via ai processi cosi’ come gli ottimismi possono ancora pensare alla salvezza diretta dato che ci sono ancora in palio 15 punti.

Diciamo che c’è una via di mezzo: il senso della realtà. Ebbene è doveroso concedere ancora una chance alla Reggiana per evitare la retrocessione diretta perché in queste ultime cinque partite può realmente succedere di tutti.

Prima di addentrarci in questo contesto è bene ricordare una regola che incide sui play out: se tra la quintultima e la quartultima ci sono più di quattro punti non vengono disputati i play out ma la quartultima retrocede direttamente. In questo momento è una possibilità che non si verifica ma certamente l’Ascoli ci starà pensando concretamente.

Detto questo, aspettando l’esito di Venezia-Cosenza per avere un quadro definitivo di questa 32esima giornata, è evidente che la Reggiana si giocherà tutto o quasi la prossima settimana quando giocherà sabato a Reggio Calabria, poi martedi’ in casa col Pordenone e infine sarà impegnata sabato a Pescara. Non si tratta di fare tabelle ma è evidente che dopo questo trittico di partite ravvicinate, con due sole gare da giocare (Spal e Vicenza) il futuro dei granata sarà più definito. Partite complicate perché si tratta di confronti diretti impegnativi e ricchi di difficoltà come del resto avranno anche le altre dirette concorrenti.

L’Ascoli sarà in trasferta a Ferrara con la Spal, poi ospiterà l’Empoli e poi la trasferta a Reggio Calabria. Il Cosenza giocherà a Pisa, poi ospiterà il Pescara e quindi la trasferta di Empoli. Il Pescara ospiterà l’Entella, poi andrà a Cosenza e infine ospiterà la Reggiana.

Impossibile dire chi ha un calendario più agevole rispetto alle altre. Certo i punti in più dell’Ascoli (più 3) in attesa del Cosenza fermo per ora a più uno, pesano sul ritardo dei granata. Ma non si può parlare di Reggiana spacciata perché se non altro la squadra è viva ed è ancora in grado di lottare per evitare la retrocessione.

Certo, ci sono dei problemi congeniti perché ormai i numeri parlano chiaro, vedi le difficoltà che mostra l’organizzazione difensiva, allo stesso tempo però in fase d’attacco qualcosa è migliorato in termini di occasioni. Certo una squadra che non coglie i tre punti dal 20 febbraio non può pensare di vincere tutte le restanti cinque partite perché si può credere a un cambio di passo ma non ai miracoli.

La Reggiana, però, se non smarrirà la fiducia e la convinzione di potercela fare, ha la possibilità di fare punti su ogni campo, per lo meno ha dimostra di poter giocare alla pari contro chiunque, poi sarà un episodio o una decisione arbitrale a fare la differenza. Le assenze non possono più nemmeno essere alibi ma l’allenatore Alvini dovrà essere saggio nel scegliere quei giocatori, che a dispetto del modulo, sono mentalmente preparati alla battaglia.

Adesso non è più il tempo di studiare l’avversario e adattare la squadra granata ma piuttosto bisogna scegliere gli uomini a prescindere dalla loro posizione in campo.Fare un esempio è sempre poco elegante ma questo finale della Reggiana è per uomini come Martinelli che gettano realmente il cuore oltre l’ostacolo a prescindere dalla loro carenze. Questo serve alla Reggiana non tanto “le contrarie alle contrarie”. Non servono nemmeno le frasi di circostanza perché sappiamo benissimo che “tutti passano ma la Reggiana resta”.

Wainer Magnani
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