Per conquistare la finale per la Serie B, la Reggiana deve giocare da Reggiana

Per conquistare la finale per la Serie B, la Reggiana deve giocare da Reggiana

Negli ultimi anni la Reggiana si è ritrovata diverse volte a giocare queste sfide da “dentro o fuori” con il palio la serie B ma mai come in questa occasione c’è la consapevolezza e la convinzione che ce la possa fare.

Nel campionato 2016/17 è arrivata in semifinale perdendo contro l’Alessandria per 2 a 1 dopo aver superato Feralpisalò, Juve Stabia e Livorno.
Nel campionato successivo (2018/19) è stata eliminata dal Siena per 2 a 1 con quel famoso rigore al 97’ dopo aver superato Bassano e Juve Stabia. Ma anche in precedenza i granata hanno vissuto di queste sfide al cardiopalma: nel 2009/10 è stato il Pescara, poi promosso, a passare; nel 2014/15 la serie B è sfumata a Bassano ai calci di rigore dopo aver eliminato l’Ascoli.
Una serie B che è stata più volte accarezzata, sfiorata ma mai acchiappata tanto che la Reggiana manca dalla caletteria da 21 anni, a volte per demerito dei granata, a volte per episodi arbitrali. Ma questa volta si ha la netta impressione che sia arrivato il momento della Reggiana vuoi perché in campionato ha dimostrato di essere la migliore del girone e in tutti c’era la convinzione che avrebbe potuto anche rimontare i sei punti di svantaggio sulla capolista Vicenza. Poi vi sono gli episodi favorevoli, vedi il rigore parato da Venturi, che ti fanno dire “questo è l’anno giusto”. Il valore della Reggiana è fuori discussione anche se è logico che i granata dovranno scrollarsi le scorie di cinque mesi di inattività, dovranno assimilare l’aspetto psicologico di giocare in uno stadio a porte chiuse e che ti dà la sensazione di una amichevole più che di una semifinale play off. In poche parole, per battere il Novara la Reggiana dovrà giocare da Reggiana.
L’avversario, il Novara, ottavo in classifica, vive questi play off come una “favola” e senza pressioni. Una squadra giovane con due uomini esperti come Buzzegoli in mezzo al campo e Gonzales in attacco ma pur sempre di un livello tecnico inferiore ai granata. Quindi “rispetto per tutti, paura per nessuno”.
C’è un altro aspetto che è doveroso sottolineare anche se in campo con ci va la società: Quintavalli e Amadei non fanno parte degli undici ma c’è un concetto che ha sempre una grande validità: “squadra forte se società forte”. Ed è cosi’ perché tutti i cicli fortunati e importanti della Reggiana sono coincisi con l’avvento di una proprietà solida e robusta.
Le condizioni ambientali, inoltre, sono dalla parte della Reggiana, perché questa sera, prima dello spettacolo in campo, sarà piacevole ed entusiasmante vedere la squadra sfilare sotto due ali di tifosi che cercheranno di conferire ulteriori motivazioni al gruppo di Alvini. E sicuramente rispetto a lunedì questo “popolo granata” si sarà raddoppiato e gonfiato ancora più il petto e la voce per gridare: Forza Reggiana.

Wainer Magnani
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