Samuele Neglia, un laureato in Psicologia col vizio del gol

Samuele Neglia, un laureato in Psicologia col vizio del gol

“Ho scelto di studiare per investire bene il mio tempo libero. Lo consiglio a tutti i giovani: si può fare carriera e nello stesso tempo gestire il tempo e le risorse mentale raggiungendo importanti traguardi anche nello studio”.

Samuele Neglia si può dire che da attaccante è diventato giocatore a tutto campo?

“Mi fa molto piacere questo aspetto perché mi ritengo un giocatore duttile, sempre pronto a mettermi al servizio della squadra”.

Anche uomo assist.

“Sono sempre stato un generoso e sono pronto anche a fare la fase difensiva se mi viene richiesta”.

E’ difficile accettare di essere uno dei venti della rosa?

“Tutti siamo convinti di giocare titolari ma poi sta nell’intelligenza di capire in qualche contesto in cui ti ritrovi. Tutti abbiamo accettato la gestione dell’organico da parte del mister e c’è equilibrio e grandi qualità umane. L’importante è che ognuno offra il proprio contributo necessario per vincere ogni singola partita”.

Si può dire che in questo nuovo ruolo c’è anche una maturazione tattica?

“Non sono più ragazzino e in carriera ho fatto più ruoli. Una volta mi sono ritrovato anche terzino oppure esterno e seconda punta”.

Domenica arriva la Viterbese, sarà la prima contro l’ultima ma c’è il rischio di sottovalutare l’impegno?

“Non c’è questo pericolo di snobbare l’avversario perché siamo abbastanza maturi per capire che la classifica della Viterbese è bugiarda. Sarebbe da stupiti sottovalutare la Viterbese che tra l’altro ha ottimi giocatori. Non credo che la classifica ci potrà condizionare. Sappiamo che in ogni partita ci sono tante difficoltà”.

Tre anni alla Viterbese e altrettanti alla Fermana dove tra l’altro ha segnato 14 gol: sono le prossime due avversarie della Reggiana e tutte al Città del Tricolore.

“Ho ricordi splendidi con entrambe le società. Ovunque vado cerco di dare tutto me stesso e ho sempre ricevuto grande affetto. A Fermo mi hanno trattato bene. Con la Viterbese ho avuto un buon approccio, vincendo anche il campionato di serie D”.

Ha fatto 12 presenze per 654 minuti giocati e 3 gol.

“Con i miei gol e gli assist penso di aver dare il contribuito a vittorie importanti”.

Chi segna in un Derby sentito come quello col Modena entra nel cuore dei tifosi?

“Mi è capitato altre volte, forse è nel mio destino segnare in queste partite. Di sicuro il mio esordio co la Reggiana a Modena è difficile da dimenticare”.

A proposito di Modena, sarà la grande rivale per la serie B?

“E’ squadra di valore e non lo si può negare ma noi pensiamo solo a fare il nostro percorso”.

Ha giocato in piazza importanti come Bari dove il tifo ha una grande incidenza. Che idea si è fatto dei tifosi granata?

“Ho visto tanta passione e come dico spesso, ci sono piazze al nord che hanno caratteristiche del sud. Reggio Emilia è una di queste. Ma già lo avevo capito e visto in passato, adesso lo percepisco ogni giorno”.

Lei è di Torino ma a 14 anni è andato a giocare nelle giovanili della Salernitana. Un grande sacrificio perché per quattro anni è rimasto lontano da casa. Lo consiglia ai ragazzi che iniziano a giocare a calcio?

“Sono esperienze di vita importanti tanto che poi ho deciso di rimanere a Salerno”.

Ha saputo conciliare studio e calcio dato che è laureato in Psicologia presso l’università telematica internazionale di UniNettuno.

“Ho scelto di studiare per investire bene il mio tempo libero. Lo consiglio a tutti i giovani: si può fare carriera e nello stesso tempo gestire il tempo e le risorse mentale raggiungendo importanti traguardi anche nello studio”.

Si è fermato?

“No, vorrei conseguire un’altra laurea”.

La laurea in Psicologia è stata d’aiuto nella sua professione di calciatore?

“Si è servita per essere molto più razionale, gestire e capire i momenti e vederli in modo diverso”.

Quanto è importante il lavoro che state svolgendo alla palestra Eden?

“E’ fondamentale per la prevenzione degli infortuni. Cedo sia una peculiarità della Reggiana difficilmente riscontrabile in altre società”.

Quali sono le caratteristiche di questo gruppo di giocatori della Reggiana?

“Non ci sono prime donne ma ci accomuna la voglia di vincere. C’è tra noi una grande stima e quindi all’interno del gruppo si è creato rispetto e stima. Si riesce a lavorare bene “.

Il suo idolo?

“Del Piero”.

Wainer Magnani
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