Dopo l’ingiustizia subita per la sconfitta a tavolino ora la beffa della mancata riammissione

Dopo l’ingiustizia subita per la sconfitta a tavolino ora la beffa della mancata riammissione

Il Cosenza “premiato” per un punto in più in classifica e questo fa aumentare i rimpianti per le tante occasioni sprecate dalla Reggiana, da ultima la sconfitta a Vicenza.

Ho sperato fino all’ultimo secondo nella possibilità di non dover vedere questa beffa trasformarsi in realtà, invece, ora è un incubo che ci accompagnerà per tanto tempo. Il Chievo Verona escluso dai campionati professionistici e il Cosenza riammesso in serie B perché quartultima in classifica in virtù di un punto di vantaggio sulla Reggiana. E’ una realtà atroce che mette il sigillo a una stagione veramente maledetta. Non posso dire che la Reggiana avrebbe meritato la riammissione più del Cosenza, però un dato è certo: i granata hanno perso una partita a tavolino contro la Salernitana per la vicenda Covid.

E’ stata l’unica società professionistica italiana a subire questo provvedimento. Lo stesso giudice sportivo di primo grado, che ha comminato la sconfitta a tavolino dei granata, ha poi cambiato provvedimento nei confronti delle squadre che erano state costrette a non scendere in campo, seppur con un numero inferiore di positivi al Covid rispetto alla Reggiana. E questo è ancora più assurdo perché si è usato due pesi e due misure applicate – e questo è inaccettabile – dallo stesso giudice sportivo. Un’altra vicenda destinata a passare alla storia che accompagnerà per sempre la Reggiana perché ha inciso nella retrocessione e ora ancora di più poiché sancisce una ingiustizia ancora più grande. La Reggiana a suo tempo aveva fatto un esposto (non un reclamo perché non vi erano più le condizioni e i tempi) asserendo che con quella sentenza era stato falsato il campionato. Fino a ieri quei tre punti persi a tavolino non avevano inciso nella classifica finale perché il distacco dall’Ascoli, quintultima in classifica, era stato di dieci punti, quindi non ci si poteva nemmeno appellare ai play out perché c’erano più di 4 punti di distacco. Oggi quella che tutto il calcio italiano ha ritenuto un’ingiustizia torna prepotentemente d’attualità in modo fragoroso.

Ci sono, certamente, i demeriti della Reggiana che ha perso 22 partite su 38 e per tutta la stagione si è lasciata illudere dal concetto della “narrazione dell’ottimismo della volontà”. Per tutta la stagione Alvini ci ha raccontato che “la Reggiana ce l’avrebbe fatta a salvarsi, che avremmo vinto la partita dopo”. Oggi l’immagine che ci accompagna è quella dell’orchestrina del Titanic che continua a suonare e non si rende conto che la barca sta affondando.

Bastava un punto in più e nel corso della stagione quanti sono stati sprecati dai granata ? Sono tante le sconfitte dove la Reggiana con un briciolo di attenzione, capacità o fortuna avrebbe potuto trasformare la sconfitta in pareggio. Resta nella memoria l’ultima sconfitta a Vicenza perché ha del clamoroso per come è maturata e per il fatto che la dirigenza granata e anche lo staff tecnico avevano capito che arrivare a pari punti del Cosenza sarebbe stato importante. Avevano intuito che il quartultimo posto poteva essere prezioso. Se ne erano resi conto al punto che quel pareggio al Menti di Vicenza l pari era ormai scritto. Purtroppo a Jallow, subentrato dalla panchina a pochi minuti dalla fine, non era stato fatto presente quel particolare e i difensori granata quasi non capivano cosa stesse succedendo ma in quel momento si è consumato quel dramma che oggi stiamo vivendo. Il ds Doriano Tosi, che era in panchina, se n’era reso conto tant’è che al triplice fischio finale ha inseguito fino a metà campo il tecnico Di Carlo che poi si è chiuso negli spogliatoi senza più uscire. Le colpe del Vicenza iniziano dove cominciano i demeriti della Reggiana e in questa logica si può dire che quell’ultima partita è stata la perfetta fotografia di una stagione maledetta.

Il dramma è consumato e questa pagina rimarrà nella storia della Reggiana. Negli anni sarà rispolverato questo episodio negativo anche se cercheremo di dimenticare attraverso la vittoria del campionato che sta per iniziare.

Nella stragrande maggioranza dei tifosi granata che hanno assistito da spettatori televisivi la stagione scorsa c’è un sentimento di riscatto partendo dalla vittoria del prossimo campionato di serie C. In loro c’è l’ansia di dover rivivere una stagione di serie B fatta di sconfitte e di umiliazioni. C’è la sofferenza di essere riammessi in un campionato dove si è un vaso di coccio perché impreparati. La paura di ripetere ciò che è statolo scorso campionato. Un sentimento e uno stato d’animo comprensibile ma non sta scritto da nessuna parte che ciò accada. Caso mai può succedere che la Reggiana, da riammessi alla serie B, possa salvarsi e andare anche ai play off. Chi lo può dire? Quante volte ci siamo detti che con il pubblico allo stadio i granata avrebbero potuto superare le difficoltà e trasformare in vittorie molte partite?

Capisco che nei tifosi c’è voglia di tornare alla vittoria. Di vincere ed entusiasmarsi per la Reggiana di Aimo Diana, anche se siamo in serie C. C’è però un aspetto non trascurabile: questa beffa della mancata riammissione alla serie B costerà ai soci granata diversi milioni di euro. Potete ben capire che la differenza tra serie C e serie B è nei proventi per i diritti televisivi (dai 6 ai 7 milioni di euro), nella maggior attrazione verso sponsor e anche un diverso afflusso di tifosi allo stadio. La serie C è un pantano, un inferno in tutti i sensi, da dove per 21 anni abbiamo cercato di uscire. E quando ci siamo riusciti abbiamo sprecato questa opportunità. Per questo motivo con la riammissione in serie B potevamo dire: dove siamo rimasti?

Se devo dire la mia ammetto che mi entusiasma l’idea di tornare a casa dallo stadio avendo visto vincere, divertendo, la Reggiana, però non sarà la stessa cosa nell’affrontare il Gubbio o la Spal, il Fiorenzuola o il Lecce. E poi dopo il “furto” subito a Siena era doveroso avere questo “regalo” come compensazione anche se so che mi si dirà che il “pacco dono” è già stato confezionato con il ripescaggio in serie C.

Noi reggiani siamo destinati a soffrire e nella sofferenza abbiamo sempre temprato il nostro carattere. Forse per questo siamo dei “testa quedra”.

Wainer Magnani
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