L’analisi: tardivo il cambio dell’allenatore, si è capito poco sull’andamento del campionato

L’analisi: tardivo il cambio dell’allenatore, si è capito poco sull’andamento del campionato

Un gruppo che aveva cultura del lavoro e celava bene i dissidi anche se poi il vice presidente Cattani ha parlato di “Viali che aveva perso di credibilità nei confronti della squadra”

Sicuramente il direttore sportivo Marcello Pizzimenti e la proprietà avranno fatto un’analisi approfondita di ciò che è successo nella passata stagione perché è dagli errori commessi che occorre ripartire. Ebbene sono successo situazioni molto strane, anche sfortunate (vedi i 18 pali e per una parte di stagione anche i torti arbitrali) ma i risultati e il diagramma del campionato evidenziano in modo netto l’assoluta mancanza di continuità. Un andamento da “montagne russe” che forse sarà tipico della serie B ma che mette a rischio l’esito finale. Per capire cosa è successo occorre spezzare in due la stagione e analizzare il campionato di Viali e quello di Dionigi.
Le ultime 7 partite fanno storia per le 4 vittorie di fila ma non possono rappresentare la normalità. E’ successo un evento prodigioso, unico, inimmaginabile. Merito del tecnico, dei giocatori, dell’ambiente e poco della società ma non può rappresentare la normalità. La Reggiana è stata letteralmente resuscitata. In questo caso non c’è una logica analisi da fare se non rimarcare che forse il cambio del tecnico andava fatto prima, forse dopo la Sampdoria o forse dopo Cosenza o chi sostiene dopo Cittadella. In ogni caso questo elemento dimostra due aspetti: l’ingessatura della società che è incapace di decidere in tempi rapidi e anche la mancanza di autorevolezza di chi deve prendere le decisioni che riguardano la parte tecnica. Questo è un elemento che la proprietà deve prendere in seria considerazione perché non capire quando è il momento di dare una svolta e arrivare lunghi può essere fatale. Chi deve decidere? Alla fine spetta sempre al ds il primo pronunciamento e alla proprietà la decisione finale.
Facciamo un passo indietro. La Reggiana ha iniziato decisamente bene la stagione: 7 punti in 3 partite. Un avvio che doveva essere sfruttato e invece si è cercato di andare alla ricerca di un calcio poco congeniale alle caratteristiche dei giocatori. Un’idea di gioco interessante, evoluta ma adatta a una squadra che vuole qualcosa di più della salvezza. Ci si è illusi a Pisa, non si è capito la lezione del Cittadella e così dicendo nascondendo le sconfitte con le buone prestazioni (Spezia, Palermo, Sassuolo) accontentandosi di una vittoria ogni tanto (Frosinone) e di alcuni pareggi che lasciavano molti dubbi a volte in negativo (Salernitana, Carrarese, Catanzaro) a volte in positivo (Bari, Cesena). I grandi scivoloni (Modena, Cittadella) si sono alternati a importanti vittorie (Cremonese, Juve Stabia e Mantova) che in qualche modo hanno nascosto le problematiche di una squadra che era debole sia nella fase difensiva, sia nel concretizzare le occasioni da gol. Come diceva Viali “siamo fragili nelle due aree di rigore”. Si è arrivati al giro di boa a 21 punti che non sarebbero stati sufficienti per la salvezza ma anche in questo caso la vittoria a Mantova ha nascosto le problematiche della squadra che poi si sono evidenziate in modo netto con il pareggio contro il Bari (partita allucinante per la direzione di Prontera) e poi la beffarda sconfitta a Salerno al 100′ su rigore. Queste due partite sono state negative nella sfortuna perché la Reggiana aveva in pugno 4 punti e invece se n’è ritrovato solo uno. Ancora una volta, però, la bella vittoria sul Palermo ha nascosto le magagne poi tornate prepotenti a Bolzano col Sudtirol, in casa col Cesena e a completare l’opera il pareggio beffa a Frosinone. Una fase in cui la Reggiana ha pagato la difficoltà nel trovare la vittoria e i pareggi contro Carrarese e Catanzaro non hanno attutito la sconfitta a Cosenza, come il clamoroso pareggio contro la Sampdoria. La debacle col Sassuolo è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e portato all’esonero di Viali.
Questa è la mia analisi del campionato, poi abbiamo saputo anche dalle parole del presidente Salerno di contrasti e litigi in alcuni momenti della stagione. Un gruppo che aveva cultura del lavoro e celava bene i dissidi anche se poi il vice presidente Cattani ha parlato di “Viali che aveva perso di credibilità nei confronti della squadra”. Una dichiarazione forte e che ha scoperchiato una realtà sconosciuta ai tifosi e anche al sottoscritto ma che doveva essere sanata dalla proprietà. E torniamo al discorso iniziale.
Wainer Magnani
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