Non voglio puntare l’indice sulla Juve per ciò che sta accadendo con l’inchiesta della Procura di Torino su plusvalente per 50 milioni di euro. La Juve è una società quotata in borsa e dunque deve rispondere non solo alla Covisoc (lo strumento di controllo della Figc) ma anche alla Consob. Non so quanti hanno compreso cosa significa plusvalenze e perché vengono fatte.

E’ semplicemente un artifizio contabile per poter riequilibrare i bilanci ma non le casse delle società. In pratica viene stabilito un valore a un giocatore che genera plusvalenze se è stato acquistato a parametro zero, se è un giovane o se è già stato ammortizzato. Un’indagine che si trasformerà in una bolla di sapone per un semplice motivo: chi stabilisce qual è il valore di un giocatore? Non c’è un regola di mercato che lo stabilisce ma è soggettivo.

Facciamo un esempio che riguarda la Reggiana, tanto per capirci. Juventus e Parma hanno valutato Eric Lanini 2,3 milioni di euro. Chi può stabilire se il valore dell’attaccante granata, in prestito dal Parma, è corretto o meo: se Lanini realizza 20 gol li potrebbe valere, se porta la Reggiana in serie B e segna altri 20 gol potrebbe anche valere di più. E’ tutto soggettivo.

Il lato negativo della vicenda è che questi “soldi” sono virtuali e non finiscono nelle casse delle società ma sono solo scritture che servono per i bilanci. Se continueremo a utilizzare questi strumenti contabili il calcio avrà sempre dei problemi. Certo, non la Juve perché a fronte di un’esigenza di cassa ha deliberato un aumento di capitale di 400 milioni ma tutte le altre società che ricorrono a questi escamotage saranno costrette, prima o poi, ad alzare bandiera bianca.