Reggiana, trasformiamo la rabbia in motivazioni per essere dominanti

Reggiana, trasformiamo la rabbia in motivazioni per essere dominanti

Capitolo arbitri: perché se vengono designati dei direttori di gara al secondo anno, che non hanno mai arbitrato la Reggiana, non creano mai di questi problemi, pur tenendo conto che possono sbagliare?

Ciò che è successo in Reggiana-Cesena l’hanno visto e commentato tutti. La cosa che più mi rattrista è quando un arbitro vuole diventare protagonista e incide in modo significativo in una partita che aveva portato oltre settemila tifosi allo stadio di mercoledì sera. Questo fa male: avere rovinato uno spettacolo calcistico. Poi la Reggiana avrebbe potuto anche perdere ma non per un episodio così. Io contesterò sempre i “rigorini”. Non hanno senso perché un rigore determina le partite e quindi deve essere indiscutibile. Per questo motivo, per il mio metro di giudizio, non era punibile il fallo commesso da D’Angelo come quello che ha subito. Sono uguali ma per me non sanzionabili. Fine del discorso. Espellere un giocatore per una spallata dopo venti minuti significa voler passare da protagonisti. C’è chi rimarca: serve una cura nei particolari. E’ vero ma anche saper designare gli arbitri giusti.
Mi chiedo: perché se vengono designati dei direttori di gara al secondo anno, che non hanno mai arbitrato la Reggiana, non creano mai di questi problemi, pur tenendo conto che possono sbagliare?
La voglio finire qui e mi auguro nei vostri eventuali commenti di evitare insulti o diffamazioni perchè non servono.
Un allenatore che stimo mi ha detto “quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda la punta del dito” e ha ragione: sarebbe un errore soffermarsi sull’episodio arbitrale che ha inciso il Derby ma che deve dare alla squadra la forza per essere ancora più solida, compatta, combattiva ma soprattutto deve far migliorare la qualità delle giocate. Giocare in inferiorità numerica è complicato ma questo non significa sbagliare le uscite difensive, i disimpegni, i passaggi in profondità o anche un banale “dai e vai”. La Reggiana ha confermato di aver acquisito uno spirito di squadra che le permette di difendere bene il fortino ma non basta. Per vincere un campionato occorre continuità di vittorie e soprattutto di risultati. in un campionato così equilibrato avrà la meglio chi avrà continuità. Per questo occorre migliorare la capacità di mettere nelle condizioni gli attaccanti o i centrocampisti di andare in gol o una migliore gestione della palla.
Se la Reggiana, squadra e ambiente, trasformeranno questa rabbia per la convinzione di aver subito un torto in un ulteriore motivo per compiere un salto di qualità, allora avremo compiuto un altro gradino per diventare una squadra vera. Se viceversa ci piangiamo addosso non risolveremo quelli che al momento sono ancora i nostri limiti di gioco.
Certo, l’impressione è che in parità numerica il Cesena non avrebbe mai vinto ma poco importa. E’ un’altra lezione di cui fare tesoro e per fortuna non ha nemmeno inciso a livello di classifica. Vincere avrebbe dato slancio alla classifica e infiammato l’ambiente ma i campionati si vincono a marzo, aprile e non adesso e forse non siamo ancora pronti per essere dominanti ma ci stiamo provando.

Wainer Magnani
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