Il presidente Carmelo Salerno stila un bilancio di fine anno

Il presidente Carmelo Salerno stila un bilancio di fine anno

“Lunedi’ metteremo la firma sulla convenzione con il Comune e inizieremo i lavoro per costruire la “casa della Reggiana”. E’ un primo punto di partenza per ottenere dei risultati sportivi”.

“Un mese fa parlando con presidente di Lega Pro – ammette il presidente Carmelo Salerno – ho detto che sono solo 4 anni che faccio calcio e Ghirelli mi ha risposto che nel calcio 4 anni sono una eternità. Sono da tre anni a Reggio e devo essere grato ai soci che mi hano voluto alla Reggiana e grato alla città di Reggio Emilia. A prescindere da quanti anni starò, sono orgoglioso e onorato perché mi è stato consentito di fare il dirigente di calcio ed è quello che mi piace”.

L’impatto non è stato dei più facili: un presidente che viene da Modena e che è stato presidente del Modena.

“Il primo anno la mia passione è stata equivocata o non compresa ma spero di avere dimostrato nel tempo ciò che mi spinge e ciò che metto per gestire la società. Se tutto questo è stato possibile è grazie ai soci e alla città”.

Una proprietà che va avanti compatta, un segnale importante.

“Non era scontato che tutti rimanessero, per questo sono contento di proseguire percorso insieme. In questi anni la società è cresciuta a livello organizzativo. Sotto il profilo tecnico spetta ad altri giudicare”.

Quale sarà il passo successivo?

“Lunedi’ metteremo la firma sulla convenzione con il Comune e inizieremo i lavoro per costruire la “casa della Reggiana”. E’ un primo punto di partenza per ottenere dei risultati sportivi”.

Una Reggiana da record in campo e fuori?

“Stiamo inseguendo un sogno e lo dobbiamo fare tutti insieme. Che Guevara diceva che se si sogna da soli è solo un sogno, se si sogna in due inizia la realtà. Tutti assieme dobbiamo sognare quello che domani sarà la nostra realtà”.

Quanto le pesa la retrocessione dalla serie B?

“Pesa tanto, perché avevamo raggiunto la serie B dopo 21 anni. E’ stata una mazzata. Ripartire in questo modo non era scontato, anzi in pochi di noi ci avrebbero scommesso. Abbiamo rischiare di rovinare la nostra unità di intenti. Abbiamo perso 22 partite, siamo usciti sconfitti contro squadre in vacanza, perso in 11 contro 10 o con formazioni già retrocesse. Non è stato semplice cancellare le scorso dello scorso anno e per questo è merito di tutta la società se oggi siamo ripartiti e con questi risultati”.

Come è riuscito a far cambiare idea ai tifosi?

“Chi fa calcio lo fa per farsi pubblicità. Io sono l’unico che si fa pubblicità al contrario: tutto quello che di buono faccio a Reggio da un punto di vista sportivo mi viene contestato a Modena, dove lavoro. Ma tutto ciò che faccio, lo faccio col cuore e con passione. Non so se sono amato dai tifosi reggiani ma spero di essere apprezzato per ciò che ho fatto per la Reggiana. Sto dedicando molto tempo al club. Alla fine, però, contro solo i risultati sportivi”.

Si può parlare di mercato?

“A gennaio d’importante c’è solo il mio compleanno. La nostra lista è completa e siamo primi classifica. Non ci serve niente ma la società ha già dimostrato di essere pronta a qualsiasi evenienza”.

A Chiavari avete fatto la trasferta tutti assieme?

“E’ stato bello e ci tenevo. Ho cercato in tutti i modi di tenere unito la società. Non volevo essere solo io e Amadei a gestire il club. Tutti i soci sono importanti, anche chi ha l’1% o il 3% perché occorre legare la società al territorio. Per questo ho fatto di tutto per mantenere invariato il Cda. Credo sia stato anche un gesto di vicinanza alla mia persona. All’inizio c’era scetticismo tra i soci ma ha prevalso l’orgoglio di rappresentare la Reggiana. C’era il timore che tre o quattro soci potessero uscire dal Cda e invece alla fine ne siamo usciti ancora più uniti e lo abbiamo voluto dimostrare alla città. Ho sempre detto che la Reggiana non è un’azienda di mia proprietà ma rimarrà sempre dei tifosi e della città. A Modena in tre anni hanno cambiato tre proprietà, la Reggiana ha dimostrato invece stabilità”.

Come nascerà la Casa della Reggiana?

“Lunedi’ probabilmente firmeremo la convenzione col Comune e dal giorno dopo inizieremo a lavorare. La burocrazia ha bloccato lo sviluppo del progetto. Oggi la Reggiana emetterà la fideiussione dopo aver cambiato 30 volte il testo della convenzione. Tutta la città deve essere orgogliosa di questo investimento che per i prossimi 24 anni vedrà la Reggiana in un impianto degno, con campi di allenamento da serie A e con una sede accogliente. Il primo anno che sono arrivato a Reggio la Reggiana si è allenata in 8 campi diversi”.

Quali saranno i tempi?

“Per i campi in erba a febbraio ci sarà lo sbancamento e a maggio la semina. Per i primi di agosto siamo pronti. Il Comune ha completato la bonifica bellica e i nuovi spogliatoi saranno pronti a gennaio. L’amministrazione investirà circa 2 milioni di euro per il campo in sintetico e a fine luglio dovremmo essere pronti. Mi auguro di poter festeggiare in quel periodo un traguardo importante. Villa Granata è vincolata dalla sovrintendenza ma soprattuto è pericolante. Chiederò che se non si può recuperare di poterla demolire e ricostruire fedelmente perché torni a essere l’ostello dei nostri giovani”.

Sostenibilità del club e l’autofinanziamento saranno i prossimi obiettivi?

“E’ un Concetto difficile da far capire ma ripeto: la società appartiene ai tifosi. Se chi amministra è serio e onesto, tutta la città deve partecipare. Capisco che un azionariato popolare è difficile ma occorre una partecipazione pù ampia degli imprenditori anche come soci. Se la Reggiana è sintomo di promozione del territorio, tutti dovrebbero sentire l’onere e l’onore di sostenere il club. Il calcio ha tre risorse: i tifosi, gli sponsor e il patrimonio tecnico. A Reggio i tifosi ci seguono numerosi e per la loro parte partecipano a livello economico. Agli sponsor dobbiamo essere grati perché ci hanno sempre sostenuti. Manca la terza voce: il patrimonio giocatori che deve partire dal settore giovanile”.

Quanti tifosi si aspetto l’8 gennaio in occasione del Derby?

“Ricordo la presenza nei due derby: 11.500 a Modena e 12.350 a Reggio. Non credo a questi numeri, io spero di fare 8.000 paganti. Sono più realista perché la Pandemia spaventa. In occasione del Derby faremo un’importante iniziativa benefica”.

Pensa di rinnovare il contratto ad Aimo Diana?

“Diana ce l’ha già il contratto anche per l’anno prossimo in caso di promozione, quindi…”.

Cosa apprezza del mister?

“Lo staff tecnico ha portato qualcosa di diverso nel nostro ambiente che era caduto nel pessimismo e nel vittimismo. Diana con quella sua leggerezza ha fatto in modo di drammatizzare le situazioni, ha tolto quella negativa che avevamo anche in società. Non ha paura di niente e ha creato un gruppo che ha autostima e consapevolezza dei propri mezzi. Per questo lo ringraziato”.

Cosa avrebbe voluto fare diversamente in questo anno solare?

“Avrei voluto non retrocedere. Abbiamo preso gol al 93’ e con una squadra vacanza. Un altro concetto sbagliato è l’eccesso di gratitudine”.

Se non ci sarà promozione in serie B sarà una stagione fallimentare?

“A Modena siamo arrivati primi assieme alla Pergolettese e siamo stati costretti allo spareggio. Quella stagione è stata definita fallimentare. Se quest’anno non vinciamo, siamo secondi e nel calcio conta solo vincere. Vorrei trasmettere questa voglia di vincere a tutti i costi non alla squadra ma a tutto l’ambiente. Vorrei trasmettere coraggio alla squadra e ai tifosi per sognare tutti assieme”.

Per cosa vorrà essere ricordato?

“Per avere vinto un campionato di serie C dopo 21 anni”.

Il momento più bello?

“La vittoria col Cittadella e il successo a Cosenza due giorni dopo la mia nomina a presidente. Quest’anno la vittoria di Pescara perché insperata. Poi quella a Siena che è stata simile a quella di Cittadella. Da ultimo il successo contro l’Entella che ce la ricorderemo a fine anno”.

Il momento più brutto?

“Ho sofferto nel vedere le partite senza tifosi. Ritrovare i nostri tifosi all’amo stadio è stato come tornare alla vita normale”.

Wainer Magnani
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