Turk: “Volevo fare il ballerino e poi il Vigile del Fuoco ma ora sogno la serie A”

Turk: “Volevo fare il ballerino e poi il Vigile del Fuoco ma ora sogno la serie A”

“Mi trovo benissimo in Emilia. A Parma ero in convitto con altri ragazzi mentre ora ho un appartamento tutto per me, vicino al centro storico della città. I miei genitori vengono una volta al mese a trovarmi dalla Slovenia. Fidanzato? Sì, ho una ragazza slovena e ci vediamo abbastanza spesso”

“Mi trovo benissimo in Emilia. A Parma ero in convitto con altri ragazzi mentre ora ho un appartamento tutto per me, vicino al centro storico della città. I miei genitori vengono una volta al mese a trovarmi dalla Slovenia. Fidanzato? Sì, ho una ragazza slovena e ci vediamo abbastanza spesso anche se lei lavora. Reggio Emilia è una bella città dove si vive bene”Il suo approdo tra i pali è stato casuale. “Come spesso succede sono andato a un raduno di ragazzini e l’allenatore ha chiesto di volesse andare in porta e mi sono offerto. Da quel momento la mia vita calcistica si è sempre sviluppata tra i pali anche se avrei preferito fare il centravanti”. Il calcio, però, non era nei sogni di Martin che aveva un altro obiettivo nella vita: “Avrei voluto seguire le orme di mio padre e fare il Vigile del Fuoco. Mi ha sempre affascinato anche se devo ammettere che sono stato in apprensione per mio padre quando in Slovenia sono scoppiati dei paurosi incendi”.

Martin Turk ha le idee chiare per il suo futuro: “Vorrei riuscire a giocare in serie A o comunque in uno dei cinque campionato europei più importanti, magari in Champions League e poi chiudere la carriera nel campionato Sloveno”. Alla domanda più banale e sentita dai tifosi granata ha una risposta perfetta: “Il Parma? Io simpatizzo e cerco di dare il massimo nella squadra dove milito e oggi è la Reggiana”.

Martin è arrivato in Italia, al Parma, all’età di 16 anni. “Mi trovo benissimo in Emilia. A Parma ero in convitto con altri ragazzi mentre ora ho un appartamento tutto per me, vicino al centro storico della città. I miei genitori vengono una volta al mese a trovarmi dalla Slovenia. Fidanzato? Sì, ho una ragazza slovena e ci vediamo abbastanza spesso anche se lei lavora. Reggio Emilia è una bella città dove si vive bene”. Turk è un amante anche della buona cucina: “Ho apprezzato tutto quello che propone la cucina emiliana anche se devo dire che amo la carne e quindi mi manca quella slovena. Cucino io e devo ammettere che me la cavo abbastanza bene”. Martin non ha grandi hobby se non il calcio: “Guardo tutto ciò che è calcio, dalla serie C a tutti i vari campionati. Mi piace avere un ampio orizzonte”. Ovviamente il suo idolo non poteva che essere Gigi Buffon: “Allenarsi con lui è stato importante perché mi ha fatto crescere, così come essere allenato da Marco Bizzarri è fondamentale per la mia carriera. E’ un allenatore molto bravo che sta riuscendo a farmi esprimere al massimo. Con lui ho scoperto delle qualità che non conoscevo e giorno dopo giorno mi migliora”.

La Reggiana quest’anno ha tre portieri titolari, come ha dimostrato il campo. “Questo è positivo perchè alza il nostro degli allenamenti e poi da Venturi e Voltolini ho tutto da imparare. L’alternanza tra i pali non è più un tabù anche se ognuno di noi vorrebbe sempre giocare”. Il pensiero corre all’intervento prodigioso mostrato domenica sul tocco di Simonetti: “E’ stata una bella parata perché ho dovuto spingere molto per andare a prendere quella palla che era indirizzata all’angolino. Va detto che non era una conclusione potente e per fortuna ci sono arrivato”. Martin con l’Ancona ha dimostrato tutto il suo valore ma non dimentica anche il mezzo errore commesso con la Lucchese. “Il tecnico ci chiede di stare alti per essere un difensore aggiunto ma a prescindere da questo aspetto è stato bravo Rizzo Pinna a calciare la palla in quel modo e sicuramente io sono stato poco reattivo nel scappare all’indietro ma era una palla veloce”.

Venendo all’attualità, ai tre punti con l’Ancona, Martin Turk ha un concetto ben preciso: “Era importante vincere per lasciarci alle spalle una settimana difficile dopo la scoppola di Fiorenzuola. Inconsciamente abbiamo subito le pressioni dell’ambiente e la voglia di riscatto e forse nasce da questo la prestazione non troppo brillante. Ma ciò che conta è avere vinto e poi la classifica dice che abbiamo fatto un inizio positivo, soprattutto al Città del Tricolore. I fischi? Onestamente non ne ho sentiti tanti perché sono sempre concentrato, però a fine primo tempo ci stanno per rimarcare una prima frazione non positiva. Lo abbiamo preso come uno stimolo”. Lo sguardo è già rivolto alla partita di Gubbio: “Mi hanno detto delle difficoltà che andremo ad affrontare e che il Barbetti è sempre stato un campo ostile alla Reggiana ma poco importa perché noi abbiamo ben presente il nostro obiettivo”. Già, primo non prenderle. “Esatto, dobbiamo avere solidità difensiva per sfruttare le nostre qualità tecniche”.

Wainer Magnani
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