La nostra rubrica. Scantamburlo: “I reggiani sono pane e salame”

La nostra rubrica. Scantamburlo: “I reggiani sono pane e salame”

Davide Scantamburlo è rimasto alla Reggiana solo per una stagione (2008/09) giocando 26 partite e due gol: uno col Ravenna decisivo per il pareggio e l’altro contro il Lecco, determinante per la rimonta vincente. Una stagione conclusa ai play off nella famosa semifinale contro la Pro Patria. Ma Davide è rimasto nei cuori dei tifosi

Davide Scantamburlo è rimasto alla Reggiana solo per una stagione (2008/09) giocando 26 partite e due gol: uno col Ravenna decisivo per il pareggio e l’altro contro il Lecco, determinante per la rimonta vincente. Una stagione conclusa ai play off nella famosa semifinale contro la Pro Patria. Ma Davide è rimasto nei cuori dei tifosi granata per la sua straordinaria simpatia. “A Reggio ho proprio vissuto bene – ricorda Davide – anzi sarei rimasto volentieri anche l’anno successivo e ne avevo parlato con il ds Marco Lancetti, poi si è concretizzata la proposta dello Spezia. Peccato ma quello è stato proprio un anno bellissimo e tra l’altro ha coinciso con la mia paternità. Mia moglie Alessia è rimasta incinta proprio quell’anno”.

Tua moglie viveva a Reggio con te?

No, lei è rimasta a casa proprio perché era incinta”.

Adesso dove vivi?

In provincia di Venezia ma in terra ferma”.

Basta calcio?

Sì, anche se ho preso il patentino da allenatore ma tanto per fare qualcosa. Quando ho smesso di giocare ho detto basta, il calcio mi interessava sempre meno”.

E adesso cosa fai?

Lavoro in un’azienda di autoricambi per camion e barche. Sono completamente fuori dal mondo del calcio”.

Cosa ricordi di quell’anno a Reggio Emilia?

Le mangiate con Dall’Acqua, Vito Grieco e il povero Paolino Ponzo. Noi ogni giovedì sera andavamo fuori a cena e dato che Vito e Paolino erano da tempo in zona, ogni settimana andavamo in un ristorante diverso e ogni volta era uno spettacolo”.

Ti ricordi qualche piatto in particolare?

Impossibile dimenticare il gnocco fritto, i tortellini, l’erbazzone. Una sera mi ricordo siamo andati in un ristorante vicino allo stadio, credo fosse il Bontempone, a mangiare le rane fritte. Uno spettacolo. Ho avuto la possibilità di apprezzare la cucina reggiana”.

Niente vita mondana?

No, avevo 30 anni ed ero già sistemato. Forse sarò andato una volta al Sali&Tabacchi ma soprattutto tanti aperitivi con Dall’Acqua e Grieco al De Luxe”.

Dei reggiani cosa ci puoi dire?

E’ gente alla mano, solari come sono io: pane e salame. Mi sono trovato benissimo anche se è evidente che molto dipende anche dall’annata calcistica. Quella Reggiana era divertente”.

Vivevi in centro?

No, ero spostato verso Albinea. Era un appartamento di Elvis Abbruscato e in precedenza c’era stato Cingolani. Mi sono trovato benissimo”.

Sei mai tornato a Reggio Emilia?

Mai, però mi piacerebbe tornare per andare a salutare Dall’Acqua che vive a Reggio”.

Nemmeno allo stadio?

Il Giglio era già un impianto magnifico per la serie C, mi immagino adesso. Era emozionante ogni volta scendere in campo allo stadio, con tanta gente sugli spalti e un tifo incredibile. Proprio bello”.

Segui la Reggiana?

Ultimamente e so che gioca bene. Conosco bene Cristian Cauz perché era un ragazzino quando io giocavo al Pordenone e ho messo una parola al direttore sportivo dello Spezia per prenderlo. So che sta facendo bene e sono contento, anzi vorrei salutarlo con affetto”.

Wainer Magnani
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