Il comunicato della Mapei e le tappe della vicenda

Il comunicato della Mapei e le tappe della vicenda

Dal fallimento della Mirabello 2000 all’acquisto dello stadio all’asta

Faccio una premessa: la vera priorità in questo momento è la promozione in serie B della Reggiana che deve passare attraverso delle vittorie. Con quattro successi è matematico ma capiremo partita dopo partita cosa serve. Questo è ciò che conta ma in questi giorni si discute del Tricolore che campeggia sull’ingresso dello stadio (la foto mostra che quell’abbinamento e il vessillo vennero messi prima dell’aggiudicazione all’asta della stadio da parte di Mapei) l’unica considerazione che mi sento di fare è una sola: Mapei ha acquistato all’asta la concessione dello stadio fino al 2052 e non la proprietà perché tra 29 anni lo stadio tornerà di proprietà del Comune. L’altra considerazione è che quando acquisti una società di calcio o come in questo caso uno stadio si tratta di una proprietà privata ma di interesse pubblico. Cosa significa? Che tu sei il socio di maggioranza o minoranza di un bene che appartiene moralmente alla comunità e ne rispondi alla comunità e non solo ai tuoi azionisti o soci. Vale per tutti i proprietari dei club e in questo caso lo stesso concetto vale per lo stadio Mapei Città del Tricolore. Ciò che è mancato è una cosa molto semplice: la CONDIVISIONE. Quando una società decide qual è il programma sportivo per il prossimo anno in base alle proprie risorse o disponibilità lo dice al tifoso che si deve abbonare o semplicemente alla comunità anche se poi i costi sono a carico dei soci. Questa è una regola non scritta del calcio. Lo stesso vale per lo stadio che Mapei ha acquistato all’asta: è un bene privato di interesse pubblico. Se lo vuoi dipingere di arancione perché lo richiede lo sponsor Vodafone o di neroverde perché sono i colori della Mapei è accettabile ma prima occorre una CONDIVISIONE con la comunità. A maggior ragione se pensi di cambiare il simbolo della bandiera che è stata abbinata al nome Città del Tricolore. Ora io sono certo, come hanno scritto nel comunicato, che ci sono tutte le buone intenzioni per abbellire lo stadio e per valorizzare il marchio Tricolore e anche la dicitura Città del Tricolore ma ciò che è mancata alla Mapei è la CONDIVISIONE. Nessuna pretendeva che lo comunicassero ai tifosi della Reggiana ma al primo cittadino di Reggio Emilia era un atto dovuto. Prima di intraprendere il progetto, non dopo. E’ questo concetto della CONDIVISIONE che forse è sconosciuto. Quando i tifosi della Reggiana hanno finanziato e installato la statua di Saverino Taddei l’hanno condivisa con la Mapei e con l’amministrazione comunale, perché è così che ci si rapporta.

Il comunicato della Mapei

Reggio Emilia, 27 marzo 2023 – Continuano i lavori e i programmi per rendere il Mapei
Stadium – Città del Tricolore più vicino al territorio e fruibile dalla città.
Nell’ambito dei grandi lavori di riqualificazione dello stadio iniziati lo scorso agosto, con
investimenti che, nel solo 2022, hanno superato i 5 milioni di euro, e hanno visto: il
rifacimento del campo di gioco, della struttura secondaria del tetto e della copertura
delle tribune est e ovest e l’installazione di tornelli di ultima generazione, insieme a una
costante e attenta manutenzione di tutti gli spazi, in questi mesi è in corso la
riqualificazione di tutte le facciate e dell’ingresso Ovest.
Qui verranno ripristinati: la facciata, l’insegna ‘Mapei Stadium – Città del Tricolore’, il
tunnel di accesso, la pavimentazione della passerella e il grande telone di protezione alla
scalinata. Il Tricolore sarà ancor più presente e valorizzato da vere grandi bandiere in
tessuto. Sul telone verrà raffigurata un’opera della nota illustratrice di origini reggiane Olimpia
Zagnoli. Un disegno stilizzato che trasmette quel senso di inclusione e gioia dello stare
insieme che caratterizza, da sempre, il tifo durante tutte le partite che vengono giocate
nello stadio di Reggio Emilia, ‘la città delle persone’.
L’opera verrà anche inclusa come punto di interesse nella mappa turistica della città.
Questo è il primo evidente segno di un programma di apertura dello stadio alla città, al
territorio e alla cultura, che verrà comunicato in dettaglio più avanti. La riflessione sottesa
all’iniziativa è coerente con l’attenzione alla sostenibilità che da sempre è uno dei valori
fondanti del nostro gruppo industriale, insieme alla volontà di restituire valore ai territori
che ci accolgono e nei quali produciamo e lavoriamo, attraverso il costante sostegno
concreto a iniziative sportive, sociali e culturali.
Il primo di questi eventi si svolgerà proprio nella sala eventi dello stadio mercoledì 30
marzo, e sarà la presentazione del progetto ‘Cantar maggio con Ariosto’ del Liceo
Artistico Chierici di Reggio Emilia.
Tutte queste iniziative, così come la programmazione dei lavori di manutenzione, sono
costantemente e sempre condivise con la direzione dell’Associazione Calcio Reggiana e
quella del Sassuolo Calcio.

 

Un breve riassunto delle tappe dello stadio Giglio dal fallimento all’acquisizione da parte della Mapei.
FALLIMENTO MIRABELLO 2000
Nel 2005 il tribunale di Reggio dichiara fallita la Mirabello 2000 che detiene la proprietà dello stadio. La convenzione in atto stabilisce che il bene, in caso di fallimento, deve tornare al Comune ma l’allora sindaco Del Rio “congela” per sette anni questa clausola perché sullo stadio gravano dei debiti delle coop che l’hanno costruito (Orion e Unieco) tutto ciò nonostante una perizia che stabilisca che il valore dell’immobile è superiore al debito. Il Comune quindi non vuole riprendersi il Giglio ma mantiene viva la convenzione.
OTTO ANNI DI ATTESA
Nel frattempo il curatore fallimentare Barbieri affitta lo stadio all’Ac Reggiana per 40mila euro (le spese di gestione sono a carico del club) e la prima asta pubblica (18 marzo 2010) per un valore di 6 milioni va deserta al punto che il curatore decide di non metterlo all’asta fino a quando non avrà una manifestazione d’interesse.
LA FOOTBALL PROPERTIES
Stefano Compagni con alcuni amici finanziatori è deciso ad acquistare lo stadio e crea una società per partecipare all’asta. Presenta la manifestazione d’interesse e versa la caparra richiesta. Della società fanno parte anche la Reggiana attraverso il presidente Barilli con una quota minima e il Comune che è creditore dell’Imu per 600mila euro. La manifestazione d’interesse viene presentata a maggio e il curatore indice l’asta per il 5 dicembre,
ARTICOLO 10
Nel frattempo dalla convenzione viene cancellato, non si sa per quale motivo, l’articolo 10 che stabiliva che la Reggiana aveva il diritto di giocare nello stadio fino alla scadenza della convenzione. Non ci sono traccia nei documenti di una richiesta da parte del curatore fallimentare tanto meno della Reggiana. Solo in questi giorno l’ex assessore Del Bue scrive che c’era stato un accordo baratto: la cancellazione dell’articolo 10 in cambio del prolungamento della convenzione di 8 anni. Un accordo verbale, alla presenza di un dirigente del Comune.
IL VANTAGGIO
Viene detto che la cancellazione dell’articolo 10, sempre a livello verbale, rivaluta il bene, quindi lo stadio vale di più. Ma a chi giova tutto questo? Non alla Reggiana che lo vuole acquisire all’asta, non al Comune che riavrà i 600mila euro, non al curatore fallimentare che porterà a compimento la sua missione, non al tribunale che vedrà assegnare la vendita del bene all’asta.
I CREDITORI COOP
Nel frattempo le coop Orion e Unieco hanno ceduto i loro crediti nei confronti della Mirabello 2000 a Campani e Barilli che ora sono creditori nei confronti della Mirabello 2000 al posto delle Coop. Il che significa che il curatore fallimentare una volta venduto lo stadio risarcirà i loro crediti.
L’ASTA E SQUINZI
Nel campionato 2013/14 il Sassuolo firma un contratto d’affitto di 850mila euro per due anni. A più riprese lo stesso Squinzi e la Mapei smentiscono l’interesse per partecipare all’asta per l’acquisto dello stadio. Un ritornello che viene ripetuto fino al 3 dicembre (ultimo giorno per depositare la busta con l’offerta) quando si scopre che Mapei parteciperà all’asta assieme alla Reggiana. Mapei si aggiudica lo stadio per 3 milioni e 750mila euro.
Nel frattempo, però, lo ricordiamo, il Comune ha cancellato l’articolo 10 della Convenzione e Barilli-Campani hanno acquisito i crediti dello stadio.
I VARI TORNACONTI
Una volta acquistato lo stadio Mapei risarcirà la Reggiana con 1 milione e 300 mila euro per i costi sostenuti in precedenza per lo stadio (lettera di Mapei del 14 marzo 2018) inoltre ha versato “pro bono pacio” il canone pattuito di 850mila euro. In pratica la Reggiana ha incassato da Mapei quasi 2 milioni di euro. Il Comune si è visto estinguere il credito di 600mila euro per l’Imu e Barilli- Campani hanno ottenuto il versamento per i crediti acquisiti in precedenza dalle Coop.
L’AFFARE STADIO
Sempre nella lettera del 14 marzo 2018 la Mapei rimarca che a fronte dei 3 milioni e 750mila euro spesi per l’acquisto sono stati investiti 8 miliardi per migliorare la struttura. Il Mapei Stadium è costato quinti 11 milioni e 750mila euro ma quanto sarebbe costato a Mapei costruire un nuovo impianto? Diciamo non meno di 40 milioni di euro (si calcola 2 mila euro a posto) ma soprattutto il bacino d’utenza di Reggio Emilia consente al Sassuolo Calcio di avere un maggior introito di oltre 3 milioni per i diritti tv .
Wainer Magnani
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