La favola di Luciano Foschi promosso in serie B col Lecco

La favola di Luciano Foschi promosso in serie B col Lecco

Abbiamo due speranze: che l’associazione italiana allenatori assegni a lui la Panchina d’Oro e che il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi consegni a Luciano il Tricolore con i dovuti omaggi

Il calcio offre delle storie che sembrano favole e che meritano di essere raccontate. Questa volta la “Cenerentola” che diventa principessa è un allenatore di calcio. Un mister nato ad Albano laziale e che nel corso della sua carriera da calciatore prima e da allenatore poi è stato un vero girovago, anche se c’è un particolare. E’ stato prima giocatore e poi è tornato nella stessa squadra da allenatore, il che significa che ha lasciato un segno. E’ successo con l’Olbia ma soprattutto col Lecco. In questo suo percorso in giro per l’Italia ha conosciuto l’amore a Cavriago dove da anni vive e si è integrato alla perfezione tanto che per tutti Luciano Foschi è un reggiano a tutti gli effetti, anzi parla anche bene il dialetto reggiano.
La favola di Luciano Foschi è iniziata a Carpi, l’11 febbraio del 2021 quando con l’orgoglio e la dignità che gli è riconosciuta si dimette dopo la sconfitta interna col Padova. Per molti addetti ai lavori quel gesto è apparso come una resa, la rinuncia ai suoi sogni. Un guerriero che depone le armi. Poteva essere così ma Luciano ha saputo rigenerarsi a Reggio, stando assieme ai ragazzi della Reggiana Tricolore, venendo a dialogare con noi al Bar della Gazzetta. E chi ha ascoltato le sue analisi si sarà reso conto di aver al cospetto un allenatore intelligente, saggio, esperto, maturo e soprattutto conscio del senso della vita. Gli serviva solo un’occasione per dimostrare che era una “principessa” e non la “cenerentola”. Con il Lecco ha trasformato la “zucca” in una splendida carrozza che ha portato dritto in serie B buttando fuori squadre come Ancona, il Pordenone del suo maestro Di Carlo, poi il favoritissimo Cesena e infine il Foggia. Ha avuto dalla sua parte la forza dell’equilibrio, di non mollare mai e ha trasmesso alla squadra questa sua mentalità: organizzazione, corsa, determinazione e orgoglio.
Luciano Foschi ci restituisce un calcio romantico e questo è un grande successo per tutto il mondo sportivo, soprattutto per i suoi colleghi, per quelli che spesso vengono definiti “bolliti” e che si ritrovano con le porte chiuse in faccia. E’ una grande gioia che Reggio Emilia sta vivendo per un suo concittadino.
Abbiamo due speranze: che l’associazione italiana allenatori assegni a lui la Panchina d’Oro e che il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi consegni a Luciano il Tricolore con i dovuti omaggi.
LA CARRIERA
Luciano Foschi festeggia la sua terza promozione tra i professionisti anche se quella conquistata col Lecco ha un sapore straordinario anche perché ha portato la squadra in serie B dopo 50 anni. E’ senza dubbio il traguardo più prestigioso e importante della sua carriera, così come non ha mai allenato in serie B. E’ stato vice in serie A ma il prossimo anno col Lecco sarà un’altra storia.
La carriera di Luciano Foschi è di un allenatore che ha fatto tanta gavetta iniziando, dopo aver smesso i panni del calciatore, dall’Olbia, in serie D dove ha conquistato la promozione arrivando primo. Poi a Novara in serie C2 e viene subito promosso. Resta a Novara in serie C1 e arriva dodicesimo. L’anno successivo subentra a Teramo, serie C1 ma viene sostituito. Arriva così la parentesi della Reggiana, stagione 2005/06. L’anno della rinascita in serie C2 dopo il fallimento. Si piazza all’ottavo posto e sfiora i play off dato che in quel periodo andavano solo quattro squadre ai play off. L’anno successivo viene esonerato dopo 4 partite con 4 punti in classifica. Riparte dalla Torres in serie C2 e arriva al quattordicesimo posto. L’anno successivo arriva la chiamata dell’Alessandria in serie C2 e conquista la sua seconda promozione nei professionisti. Arriva secondo e festeggia la promozione in C1. L’anno successivo resta ad Alessandria e viene esonerato. Poi la chiamata del Savona in serie C2 e alla fine è sesto. Resta inattivo per un paio di stagioni e nel 2014 subentra sulla panchina del Pordenone ma viene esonerato. Trova gloria a Renate, serie C1 dove arriva al nono posto e va ai play off. La stagione successiva subentra sulla panchina del Livorno ma viene esonerato. Il Ravenna in serie C1 lo chiama nel 2018 e compie una grande impresa sfiorando la grande impresa e arriva al sesto posto. L’anno successivo, però, retrocede. Il Carpi è una breve parentesi: subentra a Pochesci il 21 gennaio del 2021 e l’11 febbraio dopo la netta sconfitta interna col Padova si dimette dopo 6 partite di cui una vittoria, 5sconfitte, 4 gol segnati e 20 subiti. Sembrava la fine della sua carriera e invece ecco che il 21 settembre del 2022 viene chiamato a sostituire Tacchinardi dopo quattro giornate dopo la sconfitta interna con la Pro Sesto. Ha un punto in classifica e si parla di puntare alla salvezza e invece arriva la serie B.

Wainer Magnani
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