Serve una scintilla per riavviare il motore granata

Serve una scintilla per riavviare il motore granata

La Reggiana vista a Monza ha smarrito la capacità di gestire la palla, è mancata nello sviluppo della manovra e ha mostrato le solite fragilità difensiva e un sterile capacità offensiva

Serve una scintilla per riavviare il motore granata. E’ fondamentale una vittoria per ritrovare la vera Reggiana, fermare l’emorragia da sconfitte e credere fortemente nella salvezza. L’occasione ideale è la sfida salvezza di sabato contro il Cosenza. Una partita che può servire anche per cancellare questo periodo negativo, sotto tutti i punti di vista. Occorre aggrapparsi a questo appuntamento per sperare di rialzare la testa. Trasformare l’amarezza in rabbia agonistica.La Reggiana vista a Monza non può essere quella vera perché è mancata proprio in quelle che sono le caratteristiche tecniche che Alvini aveva impostato: una squadra che gioca a calcio, che fa del palleggio le sue qualità principali. Ci ha provato nel primo tempo ma è affiorata l’incapacità di gestire bene la palla, certamente anche per merito della pressione del Monza ma soprattutto delle difficoltà dei granata di trovare una manovra fluida, precisa e che potesse in qualche modo offrire i presupposti per andare alla conclusione.La Reggiana non è stata costruita e non ha le caratteristiche per difendersi a oltranza. Come si usa dire in gergo: mettere il pullman davanti alla porta. L’organizzazione difensiva dei granata presuppone la gestione e il possesso della palla. Questo è mancato e di conseguenza è proseguita la sterilità offensiva. Alvini ha anche provato a schierare una formazione a trazione anteriore (4-2-4) schierando contemporaneamente due punte (Ardemagni-Mazzocchi) più due esterni offensivi (Cambiaghi e Kargbo) ma ha ottenuto solo il risultato di perdere ulteriormente la gestione della partita e rendere la difesa ancora più vulnerabile. Non a caso è arrivato il raddoppio del Monza.
E’ anche inutile rimarcare le assenze e gli infortuni ma c’è un elemento che bisogna considerare: troppi giocatori stanno giocando non al meglio delle proprie condizioni atleti. Scendono in campo per spirito di sacrificio ma si capisce che non possono dare il meglio di loro stessi e purtroppo questa precaria condizione atletica porta, spesso, a nuovi infortuni ancora più gravi. Questo stato d’emergenza può essere rimediare solo con la sosta ma prima occorre mettere in cascina i tre punti.E’ inutile girarci intorno, sabato la vittoria è di vitale importanza anche per la la classifica perché oggi occorre “difendere” il quintultimo posto dagli assalti dello stesso Cosenza ma soprattutto dell’Ascoli. Tre punti servono anche per rendere importanti le ultime otto partite che potranno anche vedere coinvolte squadre che sono nelle stesse condizioni della Reggiana, vedi il Pordenone.

Wainer Magnani
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