Nel destino di Stefano Pellizzari c’è sempre la Reggiana

Nel destino di Stefano Pellizzari c’è sempre la Reggiana

Ha giocato per cinque anni nel settore giovanile, poi dopo essere stato ripudiato dal Ravenna ha ritrovato una maglia granata vincendo i play off per la serie B e domenica sarà avversario con la Vis Pesaro

La Reggiana è nel destino di Stefano Pellizzari: due anni fa ha sollevato al cielo la Coppa per la promozione in serie B con i granata, domenica sarà avversario con la maglia della Vis Pesaro. Ma per Stefano Pellizzari nativo di San Martino in Rio la Reggiana è molto di più. E’ la società per cui ha sempre fatto il tifo fin da ragazzino, la squadra che l’ha visto crescere nel settore giovanile e che dopo cinque anni nel vivaio gli ha dato la possibilità di approdare alla Juventus. E’ anche la squadra che gli ha teso la mano nel momento più difficile della sua carriera da professionista quando da giocatore del Ravenna, avversario della Reggiana, ha preferito andare in Curva Sud con gli amici a tifare granata anziché accomodarsi in tribuna. Un gesto che gli è costato la rescissione del contratto col Ravenna anche se poi gli ha aperto la possibilità di tornare alla Reggiana e festeggiare la promozione in serie B, pur senza mai esordire. Dopo le scuse ai compagni del Ravenna – ha raccontato Stefano Pellizzari – e al tecnico reggiano Luciano Foschi che lo aveva capito e perdonato, ha dovuto accettare la rescissione del contratto perché i tifosi ravennate erano sul piede di guerra e volevano a tutti i costi la sua testa. Cosi’ Stefano si ritrovò senza squadra fino alla chiamata del suo procuratore Francesco Romano che gli disse: c’è una squadra vicino a casa che ti vuole. Stefano era in autostrada e quasi non credette a quella notizia e si mise a ridere. Fu l’inizio di una favola per Stefano che tornò a indossare la maglia granata e pur senza mai esordire, gli permise di festeggiare la promozione in serie B.

Stefano Pellizzari con la Coppa per la vittoria dei play off

E’ strano il destino perché ancora una volta Stefano Pellizzari ritroverà la Reggiana da avversario con la sua Vis Pesaro. Difficile sapere se giocherà o meno perché quest’anno ha fatto solo tre presenze però sarà sicuramente un’emozione diversa rispetto a due anni fa. Domenica non andrà in curva con i tifosi granata che saranno presenti al Benelli, se sarà chiamato in causa farà il suo dovere di professionista, poi caso mai a fine partita abbraccerà ancora una volta l’amico ed ex collega Paolo Rozzio e tutti i ragazzi che con lui hanno vissuto quella esperienza, da Paolo Rossi a Lorenzo Libutti, a Stefano Scappini, a Giacomo Venturi se sarà presente, a Igor Radrezza, a Matteo Voltolini e a Luca Zamparo. Avrà un gesto d’affetto nei confronti dei dirigenti che gli hanno sempre manifestato stima e affetto, soprattutto nei confronti del ds Doriano Tosi. Sarà senza dubbio un fine partita emozionante anche perché prima della partita si potrà, giustamente, concedere solo dei saluti formali e nulla più.

Stefano Pellizzari non ha mai dimenticato il pianto a dirotto dopo il triplice fischio contro il Bari che sanciva la promozione della Reggiana in serie B. Il lungo abbraccio con Paolo Rozzio, poi i tanti festeggiamenti sulla scalinata dello stadio, la festa in città con gli amici. Giorni e settimane indimenticabili che la medaglia e la maglia che ha incorniciato gli ricordano ogni giorno che alza lo sguardo alla parete della sua stanza dei ricordi.

Stefano Pellizzari ha iniziato a giocare nella Sammartinese e a 9 anni ha fatto un provino con la Reggiana. Lo voleva anche il Modena ma il fratello, tifoso granata, gli indicò la strada. Nel settore giovanile rimase per cinque stagioni e in quella squadra allenata da mister Bocelli c’erano atleti del calibro di Mastour, Minelli, Udoh che sono diventati giocatori professionisti. Una squadra che si era messa in mostrando vincendo tutto ciò che era possibile e non a caso arrivò per Stefano la chiamata della Juventus di Allegri. Una parentesi importante per comprendere l’etica del lavoro. Ma la Reggiana era sempre nei suoi pensieri anche perché quando non era impegnato con la sua squadra, faceva il raccattapalle allo stadio. Era la Reggiana di Alessi, Zanetti e Mei che era il suo punto di riferimento anche se i suoi idoli sono stati Nesta e Barzagli.

Domenica ritroverà la Reggiana da avversario e forse a fine partita chiederà di scambiare la maglia con Paolo Rozzio per metterla vicina alla sua della promozione in serie B.

Wainer Magnani
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